La Romania torna domani al voto
per il rinnovo del parlamento, al termine di una settimana più
che mai turbolenta segnata dal successo inaspettato e
sorprendente del candidato di estrema destra Calin Georgescu al
primo turno delle presidenziali di domenica scorsa. Un risultato
che ha scioccato il Paese, e non solo, creando un clima di
incertezza e caos politico anche per la decisione della Corte
costituzionale di andare al riconteggio dei voti e per le accuse
di ingerenza impropria nel processo elettorale da parte della
piattaforma TikTok, principale veicolo della campagna elettorale
di Georgescu. L'attesa per il voto di domani è molto alta, dal
momento che non è escluso un nuovo, clamoroso exploit
dell'estrema destra filorussa e contraria a nuovi aiuti
all'Ucraina. Nelle legislative di domani i membri del nuovo
Parlamento bicamerale - 136 senatori e 330 deputati - saranno
eletti in 43 circoscrizioni plurinominali, basate sui 41
distretti della Romania, il municipio di Bucarest e la diaspora
romena, attraverso un sistema di rappresentanza proporzionale su
liste di partito. Le operazioni di voto hanno preso il via già
stamane per la numerosa diaspora romena, molto presente in vari
paesi d'Europa, a cominciare dall'Italia dove sono stati
allestiti 158 seggi. Gli osservatori ritengono che l'affluenza
generale potrà giocare un ruolo decisivo sui risultati delle
legislative, sulle quali incombe il fantasma dell'estrema destra
già vincitrice nel primo turno delle presidenziali e data
favorita anche negli ultimi sondaggi, che non escludono un
possibile 'effetto contagio' dall'esito di domenica scorsa.
Stando infatti alle previsioni dell'agenzia hotnews, il partito
di estrema destra Aur (Alleanza per l'unità della Romania),
fondato nel dicembre 2019 e che già alle parlamentari del 2020
riuscì nell'impresa di arrivare a quasi il 10% dei voti, è dato
addirittura ad oltre il doppio di quella tornata. Con il 22,4%
l'Aur, guidato da George Simion (quarto alle presidenziali con
il 13%) e che si autodefinisce conservatore, patriottico,
nazionalista e unionista, è davanti di un punto al Partito
socialdemocratico (Pds) accreditato del 21,4%, mentre è molto
più staccato al 17,5% l'Usr, formazione della destra moderata
guidata da Elena Lasconi, che anch'essa a sorpresa si è
guadagnato domenica scorsa il ballottaggio alle presidenziali in
programma l'8 dicembre. Sempre che la Corte costituzionale
convalidi il risultato dopo la decisione di riconteggiare i voti
e non accolga il ricorso di un altro candidato che chiede
l'annullamento della consultazione per brogli elettorali. Ma
questo lo si saprà soltanto nella giornata di lunedì, dopo i
risultati delle legislative. In base agli ultimi pronostici
riportati da hotnews, gli altri due partiti in grado di arrivare
in parlamento superando la soglia di sbarramento del 5%, sono i
liberali del Pnl dati al 13,4%, e l'Udmr con il 5,5%. Una
compagine quest'ultima che rappresenta la minoranza ungherese e
che è stata più di una volta l'ago della bilancia nella
formazione di precedenti governi. Il Partito liberale, invece,
un tempo punto di riferimento dell'elettorato moderato di
destra, è in piena crisi di identità e dopo la batosta subita
alle presidenziali, è ora alla ricerca di un presidente che
sostituisca il dimissionario Nicolae Ciuca (attuale presidente
del Senato). Ad interim è stato nominato Ilie Bolojan. Anche il
leader socialdemocratico e premier in carica Marcel Ciolacu si è
dimesso dalla guida del partito dopo la sconfitta alle
presidenziale ed è stato sostituito da Victor Negrescu. E' bene
rilevare tuttavia che i sondaggi hanno già fallito
clamorosamente in occasione delle presidenziali. Gli elettori
sono poco più di 18 milioni, che domani potranno scegliere tra
43 partiti e movimenti in lizza, con i seggi che resteranno
aperti dalle 7 alle 21 locali, 6-20 italiane.
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