E' più drammatico che giocoso, in
qualche momento un po' dark, il Don Giovanni che ha debuttato
al Teatro Regio di Torino, con la regia di Chiara Muti. A
dirigere magistralmente l'Orchestra il maestro Riccardo Muti,
che affronta per la quarta volta il capolavoro mozartiano,
salutato dal pubblico con grandi ovazioni.
La scenografia rappresenta un palazzo nobile fatiscente, in
rovina. Il perno è Don Giovanni (il baritono Luca Micheletti),
presenza magnetica, ma anche quasi vampiresca, che insegue le
vittime senza mai raggiungere l'amore. Intorno a questo pianeta
ruotano gli altri personaggi - la nobildonna oltraggiata,
l'amante tradito, il servo Leporello - che si muovono come
burattini trattenuti da fili al loro destino. L'ultima scena è
emblematica: dalle porte riverse al suolo, più simili a sepolcri
che a fastosi luoghi di incontro, risorgono corpi di marionette.
Don Giovanni è vestito di nero, ma per la festa - lugubre
ritrovo di maschere - indossa un mantello dorato, come un nuovo
Re Sole. Lo perseguitano l'ombra del Commendatore e dodici donne
in nero, che per colpa sua hanno sofferto e cercano vendetta. La
lunga lista delle conquiste femminili è stilata dal Leporello di
Alessandro Luongo. Protagoniste la Donna Anna di Jacquelyn
Wagner, la Donna Elvira di Mariangela Sicilia, la Zerlina di
Francesca Di Sauro. Quest'ultima, giovane sposa di Masetto (Leon
Koavi), è la napoletana della compagnia, mezzosoprano in grande
ascesa, attesa alla Scala per due debutti a inizio 2023
Con il Don Giovanni - in coproduzione con il Massimo di
Palermo, dove l'opera è in programma il prossimo anno - Chiara
Muti chiude la trilogia iniziata con 'Le Nozze di Figaro' e
proseguito con 'Così fan tutte'.
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