(di Antonella Lombardi) "Rosa" che libera dalla peste, damigella d'onore alla corte dei Normanni e poi eremita per scelta, ammirata da Goethe che nel suo "Viaggio in Italia" scrive: "Non mi saziavo di contemplare quell'immagine, mi sembrava emanasse uno straordinario fascino". La storia misteriosa della patrona di Palermo, amatissima "santuzza" per i suoi abitanti, viene consacrata la notte del 14 luglio durante il "festino" che da 392 anni anima il Cassaro del capoluogo, cioè Corso Vittorio Emanuele. Secondo la tradizione, il 15 luglio sono state ritrovate le reliquie della santa nella grotta del Monte Pellegrino dove il santuario, ricco di ex voto, la ricorda. Sacro e profano, tradizione e innovazione si fondono nelle coreografie che quest'anno, con la direzione artistica di Lollo Franco, seguiranno il tema scelto dall'amministrazione comunale, cioè "Il centenario di Giuseppe Pitrè e l'itinerario arabo-normanno, patrimonio Unesco", con un omaggio alla contemporaneità, alle donne e ai migranti. In cartellone la prima edizione del Palio, davanti la Cattedrale, con squadre di atleti a rappresentare i 4 mandamenti cittadini, o il teatro dei pupi siciliani della famiglia Argento con il mito di Orlando e Rinaldo per conquistare la bella Angelica. A narrare la storia di Rosalia - dal nome "Rosa Lilia", rosa e gigli, fiori regali simbolo di purezza - sarà quest'anno la voce dell'attore Lando Buzzanca, mentre a interpretare la santa sarà l'attrice Lorena Cacciatore. A simboleggiare il trionfo del bene sul male è il maestoso carro costellato di rose, ispirato a quello del Pitrè, sormontato da una statua della santa su cui quest'anno saliranno 6 persone di diverse nazionalità e un ensemble di ottoni di maestri del conservatorio Bellini.
Scenografia naturale di giochi di luci e coreografie sospese sarà Palazzo dei Normanni. Quattro le tradizionali fermate: Cattedrale, Quattro canti, (con il tradizionale grido del sindaco grida "Palermo, viva santa Rosalia") Piazza Marina, Porta Felice, con altrettanti momenti di spettacolo, angeli volanti, danza verticale, a rappresentare l'ascesa al cielo della santuzza, la tentazione dei diavoli, l'arrivo della peste e la vittoria finale. Poi, dopo l'arrivo del carro trionfale al Foro Italico, tutti con il naso all'insù per assistere ai fuochi d'artificio conclusivi suggellati dalla "masculiata" finale.
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