La platea degli assicurati
dell'Enpapi (Ente nazionale di previdenza e assistenza della
professione infermieristica), con riferimento ai dati tratti dal
bilancio consuntivo del 2023, "è composta da 24.902 iscritti
contribuenti nella Gestione principale, 14.709 iscritti
esclusivi alla Gestione separata e 61.804 esonerati dalla
contribuzione nella Gestione principale (che, pur avendo una
posizione all'interno dell'Ente, hanno deciso di non effettuare
più forme di lavoro libero-professionale, ndr), per un totale di
posizioni gestite pari a 101.405, di cui 3.732 sono pensionati".
Lo si legge nella memoria che la stessa Cassa privata ha
trasmesso alla Bicamerale per il controllo degli Enti
previdenziali, in occasione dell'audizione di questa mattina dei
suoi vertici. La categoria - che, ha spiegato il presidente
Luigi Baldini, include "infermieri, infermieri pediatrici e
assistenti sanitari" - si distingue per "una forte
femminilizzazione", giacché le donne superano il 70%.
Nel documento sottoposto ai parlamentari l'Enpapi spiega le
caratteristiche dei versamenti degli infermieri assicurati: c'è
"una componente obbligatoria legata al reddito professionale,
pari al 16% sul reddito annuale, e un contributo integrativo del
4%, applicato come maggiorazione percentuale sul corrispettivo
lordo di ciascuna prestazione resa. A tali contributi si
aggiungono il contributo obbligatorio di maternità, determinato
annualmente in misura fissa, e la contribuzione volontaria, che
può essere versata da coloro che cessano l'attività
libero-professionale ma desiderano raggiungere il requisito
contributivo minimo per l'ottenimento" della pensione. Invece,
per gli iscritti in via esclusiva alla Gestione separata della
Cassa, "l'aliquota contributiva Ivs (Invalidità, vecchiaia,
superstiti) è pari al 33%, maggiorata dello 0,72% ai fini
assistenziali", per i pensionati, o assicurati presso altre
forme di previdenza obbligatorie, l'aliquota Ivs è pari al 24%.
E la contribuzione obbligatoria del collaboratore, inclusa la
percentuale aggiuntiva dello 0,72% se dovuta, è ripartita tra il
committente e il professionista, con due terzi a carico del
primo e un terzo versato dall'associato stesso.
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