"Sfruttamento, precarietà, abusi di
potere nel terzo settore". È quanto hanno voluto denunciare le
decine di persone che oggi si sono raccolte in presidio a Torino
davanti ai cancelli del Palazzo di Giustizia in occasione
dell'apertura di una causa promossa da una ex lavoratrice di
un'associazione "di donne femministe e transfemministe" (così
come si presenta su internet) attiva nel capoluogo piemontese
nell'ambito del sostegno a donne straniere vittime di violenza o
alla ricerca di un'occupazione.
"Un anno fa - ha spiegato una speaker - la lavoratrice ha
subito un'aggressione fisica e verbale, dai connotati
prevaricatori e anche razzisti, da una delle due dirigenti.
Quindi ha scritto una lettera per segnalare la necessità di un
incontro collettivo per parlare delle difficoltà che si erano
create. La risposta è stata prima un provvedimento disciplinare,
poi il licenziamento. Stessa cosa per due colleghe che avevano
solidarizzato con lei".
"Abbiamo portato l'associazione in tribunale - è il testo di
un volantino diffuso nel corso del presidio - per ottenere
quello che ci spetta: per gli straordinari non pagati e imposti
come volontariato obbligatorio, per i contratti di
collaborazione imposti nonostante lavorassimo come dipendenti,
per i licenziamenti ritorsivi. E per ricordare che non la daremo
mai vinta a chi ci vuole isolate, sfruttate, in silenzio".
Alla manifestazione hanno preso parte attiviste del
collettivo 'Non una di meno'.
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