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Violenze in carcere: periti pm, Hakimi morto per asfissia

Violenze in carcere: periti pm, Hakimi morto per asfissia

Determinata da mix farmaci, non riscontrati traumi

NAPOLI, 17 febbraio 2025, 18:02

Redazione ANSA

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Il decesso del detenuto Hakimi Lamine, avvenuto il 4 maggio 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), quasi un mese dopo la perquisizione straordinaria - era il 6 aprile - nel corso della quale circa 300 agenti si resero responsabili di condotte violente verso i detenuti del reparto Nilo del carcere casertano, è avvenuto per "un'asfissia chimica dovuta alla contemporanea assunzione di farmaci contenenti benzodiazepine, oppiacei, neurolettici e antiepilettici". Lo hanno affermato nell'udienza del maxi-processo in corso all'aula bunker annessa al carcere (105 imputati tra agenti della penitenziaria, funzionari del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e medici Asl in servizio al carcere) i consulenti della Procura, Luca Lepore, medico-legale, e Vito De Novellis, farmacologo, che eseguirono l'autopsia sul corpo di Hakim nel maggio di 5 anni fa; si tratta di una circostanza in contrasto con l'accusa della Procura di Santa Maria Capua Vetere (pm Alessandro Milita, Alessandra Pinto e Daniela Pannone) secondo cui la morte di Hakimi sarebbe legata direttamente alle percosse subite il 6 aprile, fatto quest'ultimo che ha radicato la competenza della Corte d'Assise ed è contestato a dodici imputati (il reato è morte come conseguenza delle torture).
    "Dall'autopsia - spiega Lepore - non sono emersi eventi traumatici che possano aver causato la morte, ma solo un ecchimosi allo zigomo, compatibile con le convulsioni dovute alla morte per asfissia e ferite dovute a passati atti di autolesionismo". In aula è emerso che Hakimi prendeva da tempo un mix di farmaci per problemi legati soprattutto all'assunzione di stupefacenti, in particolare tre farmaci la cui concentrazione di principio attivo nel corpo di Hakimi dopo la morte, ha detto De Novellis, "è risultata compatibile con un'assunzione regolare, secondo la terapia prescritta".
   

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