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Siria, conclusa operazione militare nell'ovest del Paese

Siria, conclusa operazione militare nell'ovest del Paese

Iran: 'Ingiustificata violenza contro gli alawiti'

10 marzo 2025, 10:52

Redazione ANSA

ANSACheck
Conclusa operazione militare nell 'ovest del Paese © ANSA/AFP

Conclusa operazione militare nell 'ovest del Paese © ANSA/AFP

Il ministero della Difesa siriano ha annunciato la conclusione "con successo" dell'operazione militare nell'ovest del paese, dove da giovedì gli scontri con i lealisti del regime caduto e le esecuzioni di massa di civili hanno provocato centinaia di morti. "Annunciamo la fine dell'operazione militare dopo che le nostre forze sono riuscite a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati", ha detto il portavoce del ministero Hassan Abdel Ghani, citato dall'agenzia ufficiale Sana.

Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha affermato che "non c'è giustificazione" per gli attacchi subiti negli ultimi giorni dalle minoranze in Siria, tra cui gli alawiti, che hanno portato alla morte di quasi mille persone. "Non c'è giustificazione per gli attacchi contro membri delle minoranze alawite, cristiane, druse e altre, che hanno veramente ferito le emozioni e la coscienza sia dei Paesi della regione che a livello internazionale", ha affermato Baghaei, dopo le violenze in Siria contro varie minoranze, tra cui gli alawiti, la comunità a cui appartiene il presidente deposto, Bashar Al-Assad. 

Il funzionario iraniano ha anche negato le accuse sul coinvolgimento dell'Iran e dell'Iraq negli sviluppi in Siria. "Puntare il dito contro l'Iran e i suoi amici significa di fatto dare l'indirizzo sbagliato. Una cosa del genere non esiste, si tratta di una sorta di approccio stereotipato e di semplificazione degli sviluppi in Siria e non porterà da nessuna parte", ha sottolineato Baghaei.

 

 

Unicef, 'in Siria uccisi 13 bambini, anche neonato di 6 mesi'

 "L'Unicef è profondamente allarmato per la recente ondata di violenza nelle zone costiere della Siria, che, secondo le notizie, ha causato la morte di almeno 13 bambini, tra cui un neonato di sei mesi. L'escalation avrebbe inoltre causato ulteriori vittime e feriti tra i civili, lo sfollamento di migliaia di famiglie e danni alle infrastrutture fondamentali". Lo afferma il direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa, Edouard Beigbeder L'Unicef fa eco all'appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite alla moderazione per evitare ulteriori perdite di vite umane. "Esortiamo tutte le parti a cessare immediatamente le ostilità e a rispettare pienamente gli obblighi derivanti dal diritto internazionale umanitario e dal diritto internazionale dei diritti umani - prosegue Beigbeder. È indispensabile adottare tutte le misure possibili per proteggere i civili, soprattutto i bambini, e salvaguardare le infrastrutture civili essenziali, come gli ospedali. Le violenze in corso evidenziano l'urgente necessità di rispettare queste leggi e di garantire agli operatori umanitari un accesso rapido, sicuro e senza ostacoli per fornire servizi salvavita alle persone colpite dai combattimenti". L'Unicef chiede a tutte le parti di dare "priorità alla riconciliazione e di impegnarsi per una transizione politica pacifica, assicurando che i bambini siriani possano sopravvivere, prosperare e raggiungere il loro pieno potenziale. I bambini siriani hanno sofferto abbastanza. Hanno il diritto di vivere in pace e di sperare in un futuro migliore".

Tajani: 'continuiamo a lavorare per la stabilità della Siria'

"Continuiamo a lavorare per l'obiettivo strategico della stabilità della Siria. Il presidente ad interim Al Sharaa (Jolani) ha annunciato un'inchiesta sulle recenti violenze, ha promesso con chiarezza che non ci sarà nessuna clemenza per chi ha ucciso i civili. Ci sono stati assalti alle sue forze di sicurezza e vengono denunziate centinaia di vittime in esecuzioni sommarie. Noi vogliamo sia mantenuta l'integrità territoriale di quel Paese, nel rispetto di tutte le comunità che devono confrontarsi e collaborare pacificamente": lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nell'intervista di oggi sul Corriere della Sera.

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