Quarant'anni di produzione artistica nel segno della ricerca sulla luce, tra disegno, pittura, scultura e scenografia: è la grande personale di Michele Canzoneri, allestita fino all'11 ottobre negli spazi della Galleria del Credito Siciliano di Acireale (Catania). Esposte circa cento opere, fra carte e sculture, progetti, bozzetti, diari e installazioni, che restituiscono il sapore della sperimentazione indefessamente condotta dal maestro siciliano fin dagli esordi, dal ciclo delle vetrate realizzate per il Duomo normanno di Cefalù (1984-2003) alla prestigiosa committenza per il Cenacolo francescano di Gerusalemme.
La mostra, intitolata 'Michele Canzoneri. Opera completa 1984-2015', è stata curata dalla direzione artistica della Fondazione Gruppo Credito Valtellinese (con un contributo di Chiara Gatti) e prende in esame, oltre alla produzione pittorica e plastica, anche quella scenografica con i lavori realizzati, tra gli altri, per Mozart, Wagner, Bellini, Strawinscky, Poulenc, nonché per i compositori contemporanei come Bussotti, Henze, Togni, Clementi negli allestimenti dei maggiori teatri internazionali. Un percorso espositivo, dunque, che prende quasi forma di diario, in cui si raccontano quarant'anni di attività e di pensiero.
Al centro di tutto, la tensione alla ricerca che, pur nella varietà delle tematiche, dei registri e delle tecniche, tra disegno, scultura, architettura ed esperienze musicali, trova nella dimensione del progetto e della riflessione preparatoria un elemento di continuità e fortissima caratterizzazione. Tanto che, il valore del progetto ha la stessa rilevanza dell'esecuzione.
Nella rassegna di Acireale, Canzoneri diventa così il protagonista di un viaggio a ritroso, che attraversa anni di lavoro, fatti di studio e di passione, di dedizione per le tecniche tradizionali e amore per la sperimentazione di nuovi materiali. Molte le tappe, contrassegnate da importanti commissioni, pubbliche e private, collaborazioni con architetti, registi, scrittori, filosofi e compositori. Come l'esperienza di Cefalù, dove Canzoneri ha realizzato le 64 vetrate per il Duomo all'incarico e alle opere preparatorie per il portale d'accesso o la grande vetrata nella Basilica di San Pio firmata da Renzo Piano a San Giovanni Rotondo (2006).
Ed ecco i grandi volumi, simili a diari di lavoro, che raccolgono poi, in forma quasi narrativa, le idee, le intuizioni, gli schizzi per le scene della Maria de Buenos Aires di Astor Piazzolla (al Teatro Massimo di Palermo), quelle per la Norma di Bellini (al Teatro Massimo Bellini di Catania), Dialogues des carmelites di Poulenc (alla Staatsoper di Stoccarda). Non manca la documentazione del viaggio a Damasco e Aleppo, nel 2003, durante il quale il fascino esercitato dai colori e dalla luce di una geografia conduce Canzoneri a un ulteriore momento di riflessione, trascritto per immagini, simboli, architetture e parole su pagine di antichi codici, cronache di una esplorazione senza tempo, una sorta di scavo archeologico. Un aspetto questo dei diari che testimonia la cura del maestro siciliano per ogni dettaglio, l'analisi e la preparazione dedicate alla costruzione rigorosa e metodica dell'opera nel succedersi delle ricerche, con quotidiana devozione. (ANSA)
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