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Morto Eugenio Carmi, maestro dell'astrattismo

Morto Eugenio Carmi, maestro dell'astrattismo

Esponente di spicco astrattismo italiano, si è spento a Lugano

ROMA, 17 febbraio 2016, 18:26

Nicoletta Tamberlich

ANSACheck

Un 'opera di Eugenio Carmi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un 'opera di Eugenio Carmi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Un 'opera di Eugenio Carmi - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSA) - ROMA - "Fabbricante di immagini", come preferiva definirsi, e' stato artefice di un universo artistico costituito da linee, cerchi e colori; un mondo, al tempo stesso anarchico e ordinato, che mutava sempre nella sua riconoscibilita'. E' morto a Lugano il grande artista genovese Eugenio Carmi. omani avrebbe compiuto 96 anni.  E' stato uno dei maestri dell'astrattismo italiano, protagonista della Biennale di Venezia e del Moma di New York. Lo conferma all'Ansa la figlia Francesca: "si e' spento serenamente. Fino a Natale andava a studio ogni giorno, in bicicletta o in tram.

Era perennemente curioso, e aveva una grande passione per la scienza. Un artista - racconta - sia nella vita che nel lavoro". Carmi e' deceduto nella clinica del cantone Ticino, dove era ricoverato da alcuni giorni. Nato a Genova il 17 febbraio 1920, inizia a dipingere a 15 anni, prendendo gia' le prime lezioni di pittura. Dal 1938 e' in Svizzera, prima a Zugo dove termina gli studi classici in un collegio italiano e poi a Zurigo, dove rimane fino alla fine del conflitto mondiale e dove si laurea in chimica al Politecnico Federale. A Zurigo entra in contatto con fermenti culturali e artistici, e qui inizia ad amare l'opera dei maestri dell'astrattismo del '900. Insieme a un gruppo di studenti espatriati, fonda il circolo Piero Gobetti. Tornato in Italia dopo la fine della Guerra riprende gli studi artistici, a Genova sotto la guida dello scultore Guido Galletti (1946) e a Torino come allievo di Felice Casorati (1947-1948), che aveva ammirato in occasione di una conferenza e serie di lezioni a Genova. Nel 1945 conosce la giovane artista Kiky Vices Vinci e con lei condivide subito passioni letterarie, cinematografiche e soprattutto l'amore per l'arte e la pittura. In giro per Genova disegnano e dipingono la loro citta', in parte offesa dalle aggressioni della guerra, trasferendo su piccole tele e carte luoghi e atmosfere, in forma figurativa ma che gia' preannuncia una futura astrazione. Si sposano nel 1950. Dall'unione nasceranno Francesca, Antonia, Stefano e Valentina. Carni Apre apre il suo primo studio di pittura, mentre contemporaneamente lavora come grafico pubblicitario e diventa membro dell'Alliance Graphique Internationale.

Lungo tutta la sua carriera artistica, la pittura rimane una costante ininterrotta, una necessita' cui Carmi non si puo' e non si vuole sottrarre. Quotidianamente e' nel suo studio, dividendo le sue giornate tra la pittura e gli altri impegni professionali cui si dedica, comunque, con entusiasmo trainante. Fu anche responsabile dell'immagine dell'Italsider negli anni del boom economico. Poi l'inizio dell'avventura, che non si limito' mai alla tela o alle "carte", ma sconfino' nelle "latte litografate", utilizzando i materiali della fabbrica, con ferro e acciaio saldati. Il mondo dell'astrattismo, prima con l'informale, piu' agi'to, poi con la "normalizzazione" in un mondo geometrico, costruito con forme e colori "stabili", definiti, per nulla, pero', assoluti.

A lui, alla sua capacita' di dimostrare quanto sia fluida la bellezza del geometrico, Palazzo Ducale di Genova ha dedicato esattamente un anno fa l'antologica 'Speed limit40' curata da Nicoletta Pallini. Carmi e' figlio dell'era industriale e di quell'Italsider che di Genova e' stata cuore pulsante. Proprio per la grande industria dell'acciaio Carmi disegno' i cartelloni dell'antinfortunistica, ai quali Umberto Eco ha dedicato un trattato di semiotica. Da qui il 'fabbricante d'immagini', dimenticato, o meglio introiettato il figurativismo degli inizi, si e' proiettato verso l'astrazione. Dice Carmi: "Aumenta il mio interesse a realizzare opere sulla sezione aurea mano a mano che aumenta il mio interesse per le regole della natura e che aumentano le mie letture scientifiche sulla presenza nella natura di regole molto precise e funzionali". E fino al 28 febbraio a Milano e' invece possibile a ammirare al museo del Novecento le sue 'Opere storiche 1957 - 1963'. Nella serie di appunti, Carmi sovraccarica lo spessore dei supporti, alimentati con frammenti di carte diverse, producendo un collage che imbeve e definisce ogni rituale pittorico. Tra i diversi formati esposti, sono di particolare interesse, per forza espressiva e per integrita' gestuale, i primi collage del 1957-58, marchiati dall'ellisse, come forma gestuale ricorrente; lavori che sono stati utilizzati da Carmi per comporre il Manifesto della XI Triennale di Milano (1957).

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