La vita di una donna, una artista,
attraverso fotografie scattate da un grande fotografo che le è
stato amico e che con lei ha avuto una relazione romantica per
circa dieci anni. E' il percorso proposto dalla mostra
internazionale 'Frida Kahlo through the lens of Nickolas Muray'
che apre al pubblico il 15 marzo al Museo Storico della Fanteria
di Roma dove rimarrà sino al 20 luglio. "Questa mostra racconta
uno degli aspetti meno conosciuti della vita e dell'arte di
Frida Kahlo, cercando di restituire la persona dietro l'artista
e l'artista dietro la persona" spiega la curatrice Vittoria
Mainoldi. Il tutto attraverso l'opera "di uno dei più grandi
fotografi del primo '900, Nickolas Muray, e le fedeli
ricostruzioni degli abiti, gioielli e ambienti di Frida, cimeli
che evidenziano come l'artista messicana sia diventata una icona
mondiale che pervade la cultura popolare".
La mostra esplora il legame tra il fotografo ungherese,
naturalizzato americano, e la pittrice messicana e arriva nel
centesimo anno dall'incidente che devastò la vita dell'artista
il cui volto spesso oggetto di autoritratti è divenuto una
icona. La mostra presenta un percorso di oltre 50 fotografie, in
bianco e nero e a colori, scattate tra il 1937 e il 1946,
provenienti dall'archivio di Nickolas Muray, che immortalano
l'artista messicana in diverse situazioni, pubbliche e private,
rivelando molteplici aspetti della sua personalità e del suo
carattere. Insieme al percorso fotografico, che comprende anche
la celebre fotografia di Frida sulla panchina bianca (1939), la
mostra presenta, inoltre, riproduzioni di lettere e dipinti,
dello studio di Frida, e di abiti e gioielli dell'artista. A
completare la mostra, una ricca selezione di francobolli dal
mondo a lei dedicati e una sala video in cui assistere al
documentario sulla vita dell'artista messicana e del marito
Diego Rivera. "Le fotografie che Muray realizzò nel corso della
storia di amore con Frida Kahlo - spiega la curatrice della
mostra - ci offrono una prospettiva unica, quella dell'amico,
dell'amante e del confidente, e al tempo stesso mostrano le
qualità di Muray come ritrattista e come maestro della
fotografia a colori, campo pionieristico in quegli anni. Queste
immagini mettono anche in luce il profondo interesse di Kahlo
per la sua eredità messicana, e gli aspetti più intimi della sua
vita e della sua arte".
"Questa mostra, oltre a ripercorrere la relazione tra Kahlo e
Muray vuole anche indagare il particolare rapporto tra la
pittrice e la sua immagine. Kahlo - afferma ancora Mainoldi - è
infatti entrata a far parte di quel ristretto numero di artisti
che hanno subito un processo di iconizzazione e la cui figura ha
trasceso spesso la portata della propria opera".
A sottolineare la profondità del legame tra la pittrice e il
fotografo in mostra sono presenti anche alcune delle lettere che
si scambiarono, in un rapporto fatto di amicizia, stima e amore,
durato fino alla morte di Frida avvenuta nel 1954 all'età di 47
anni. Molte delle fotografie realizzate da Muray sono entrate
nell'immaginario collettivo riferito all'artista messicana,
ritraendola con i suoi caratteristici abiti tradizionali e
accessori floreali, che in questa mostra occupano uno spazio a
sé, grazie alla minuziosa ricostruzione di 8 abiti con relativi
accessori e 6 parure di gioielli realizzate artigianalmente e
che intendono restituire la potenza della comunicazione che
Frida affidava ad un abito, ad un accessorio o a un gioiello,
considerati come qualcosa di più di un mero oggetto estetico.
A completare il percorso espositivo, anche una sezione
dedicata ai francobolli emessi da numerosi Paesi in omaggio a
Frida Kahlo, oltre alla ricostruzione fedele in scala reale
dello studio di Frida, a Coyoacàn, con la fotografia che ritrae
Muray e Frida proprio nel suo studio.
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