Mario Martone con Valeria Golino che interpreta Goliarda Sapienza è la chance italiana per la Palma d'oro al Festival di Cannes che comincia martedì 13 maggio per concludersi sabato 24. La selezione di quest'anno comprende un solo titolo al giudizio della giuria del palmares presieduta da Juliette Binoche e con tra gli altri membri internazionali Alba Rohrwacher. Il film è Fuori e porterà sulla Montee des Marches alle 22 di martedì 20 maggio anche Matilda De Angelis, Elodie Di Patrizi e Corrado Fortuna, tra gli altri. Scritto con Ippolita Di Majo, prodotto da Indigo con Rai Cinema e The Apartment (società del gruppo Fremantle), con partecipazione coproduttiva francese, sarà subito in sala con 01 il 22 maggio.
Al centro del film, che ha potuto godere tra le location della abitazione di Via Denza a Roma della scrittrice, un pezzo di vita di Goliarda Sapienza, quando nel 1980 per un furto di gioielli durante una festa ai Parioli a casa di una sua amica (interpretata da Carolina Rosi) finisce a Rebibbia per cinque giorni e viene in contatto con detenute comuni socialmente a lei lontane. Questo incontro proseguirà anche una volta uscite dal carcere, specie con la giovane Roberta (Matilda De Angelis) con cui l'allora 56enne ex moglie del regista Citto Maselli, scrittrice e con poche finanze, avrà un legame di amicizia e di ispirazione. Per Valeria Golino che un anno fa aveva qui presentato tra gli applausi la serie tv Sky dall'Arte della gioia, romanzo postumo di Sapienza, è un nuovo ritorno.
Alba non è l'unica Rohrwacher a Cannes, perché la sorella regista Alice Rohrwacher guiderà la giuria della Camera d'oro, il premio per un'opera prima presentata in Selezione Ufficiale, alla Semaine de la Critique o alla Quinzaine des Réalisateurs. Martone, che torna in gara a tre anni da Nostalgia, è "un immenso artista italiano di cinema, ma anche di teatro e letteratura, un grandissimo cinefilo" lo aveva presentato il 10 aprile a Parigi Fremaux che ha avuto parole belle per il cinema italiano che ha scelto anche per ben due titoli in gara a Un certain regard. "La capacità di resistenza, di sopravvivenza, del cinema italiano è del tutto straordinaria - ha detto all'ANSA - Con i due film che abbiamo selezionato per Un Certain Regard, e altri che ci sarebbe piaciuto far vedere, abbiamo l'impressione di assistere nuovamente all'emergere di giovani autori e autrici italiani, e questo è formidabile". Si tratta di Testa o croce? e Le città di pianura e i loro autori, registi indipendenti e rigorosi, hanno tra i 30 e i 40 anni.
Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, che erano stati a Cannes nel 2021 con Re Granchio, sono al secondo film di finzione. Testa o Croce? è un western surreale, indiretto omaggio ai western all'italiana che vede tra i protagonisti l'attrice francese Nadia Tereszkiewicz (Forever Young - Les Amandiers e Mon Crime - La colpevole sono io), il nostro Alessandro Borghi nei panni di un buttero cowboy la cui immagine e modi ricordano il Trinità di Terence Hill, mentre l'attore statunitense candidato all'Oscar John C. Reilly (Il racconto dei racconti di Garrone) è Buffalo Bill. Testa o Croce? è ispirato alla leggenda del soggiorno del leggendario militare nell'Italia post unitaria, quando alla periferia di Roma si sfidarono i cowboy americani e i butteri italiani su chi fosse più bravo a domare i cavalli selvaggi. Rosa e Santino, interpretati da Tereszkiewicz e Borghi, sono due giovani amanti che si mettono in fuga a seguito dell'omicidio del marito di lei. Il film è una produzione Ring Film, Cinema Inutile, Cinemaundici, Andromeda Film, Rai Cinema che arriverà poi in sala con 01. Le città di pianura di Francesco Sossai, coproduzione italo-tedesca, di Vivo Film e Rai Cinema con Maze Pictures, è invece l'opera seconda del regista bellunese il cui corto Il compleanno di Enrico era stato presentato alla Quinzaine a Cannes nel 2023. Le città di pianura è un road movie ambientato in un Veneto che il regista esplora come se fosse un continente che ha come orizzonte le Dolomiti Bellunesi. Al centro l'incontro tra due amici cinquantenni (i fantastici Sergio Romano e Pierpaolo Capovilla), vivono la vita come fosse sempre l'ultimo giorno, con il disincanto e la leggerezza di chi in fondo non ha niente da perdere e un giovane universitario fuori sede (Filippo Scotti). Infine l'Italia entra anche in un film francese, Enzo, che apre la Quinzaine des Cineastes del 78/o festival il 14 maggio: con la regia di Robert Campillo che ha diretto il film del grande Laurent Cantet (Palma d'oro per La Classe) prematuramente scomparso prima delle riprese, suo grande amico ed affine cinematograficamente. L'Enzo del titolo è un giovane di 16 anni (Eloy Pohu), che preferisce agli studi il lavoro di apprendista muratore a La Ciotat, località di mare vicino Marsiglia. Incalzato dal padre Paul (Pierfrancesco Favino) che lo vorrebbe vedere nel suo ambiente, il giovane cerca di fuggire dal confort soffocante della villa di famiglia. È nei cantieri, a contatto con Vlad (Maksym Slivinskyi), collega ucraino, che Enzo intravedrà un nuovo orizzonte. Prodotto da Les films de Pierre, in coproduzione con Lucky Red che lo farà uscire poi nelle sale italiane.
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