Per Gentile concessione della casa editrice Il Mulino pubblichiamo un estratto dal primo capitolo dell'inedito "Le Pietre di Gerusalemme. D'oro, di rame, di luce e di sangue" di Fosco Maraini, in libreria il 28 ottobre.
Ecco il testo: "A Gerusalemme uomo e pietra s'incontrano, convergono l'uno nell'altra. La pietra di Gerusalemme è intrisa d'uomo, e qui l'uomo si firma nella pietra. Le pietre di Gerusalemme non sono come le solite; ciascuna ha un passato che può essere anche drammatico, terribile. Sono pietre che, se potessero parlare, non avrebbero solo da raccontarci di cristallizzazioni ed erosioni, come quelle dei monti e dei fiumi, ma di lacrime e calore di corpi, talvolta di feste, più spesso di cose urlate in momenti terribili.
Anche in altre città molto antiche - Atene, Roma, Benares, Città del Messico - le pietre sono pregne di storia, ma si ha l'impressione che qui vi siano state più frequenti trasformazioni, che il tempo le abbia mangiate e digerite con più furore.
Gerusalemme è stata fatta, distrutta, ricostruita, sconquassata e ricomposta tante di quelle volte che, se potessimo vederne un film di fotogrammi scattati uno all'anno e riproiettati a velocità normale, lo spettacolo farebbe l'effetto d'un sussulto epilettico.
In questo sussulto, in questo vortice, gli atomi finali sono i sassi: quelle belle pietre biondo-oro che sembrano pregne di luce e calore solare.
Ma Gerusalemme non è fatta solo di uomini e di pietre; c'è tutta una dimensione che sconfina nell'invisibile e che rende questa città unica tra le altre. Uomini, pietre, Dio; ecco i termini d'un quadro complesso e drammatico.
L'unità d'un supremo Assoluto, che tutti in qualche misterioso modo ci governa, è stata sentita, scoperta, proclamata in molti luoghi della terra e in molti momenti della storia.
Basterebbe pensare al pensiero greco nella sua maturità, alle intuizioni di Zoroastro, al brahman dei rishi indiani, al Tao dei maestri cinesi e dello Zen, ai Buddha celesti delle scuole mahayaniche; ma qui è nato, fiorito, cresciuto, un concetto speciale di Dio come persona, col quale ci legano rapporti precisi, contrattuali, affettivi. Se le pietre di Gerusalemme danzano e vorticano nei secoli maneggiate e rimaneggiate dagli uomini, gli uomini di Gerusalemme si agitano, si amano, si uccidono o torturano nei millenni, mossi, spinti, spesso sconvolti, dall'idea di Dio, da contrastanti idee di Dio.
Le massime fedi oggi viventi nel mondo non costituiscono una lista di nomi, ma delle costellazioni organiche d'idee evolutesi nel tempo, di circostanziati atteggiamenti verso la vita, la morte, il cosmo, verso il governo della cosa pubblica, il lavoro, il sesso, il bello, la sofferenza, l'occulto, verso l'arco intero di quanto incide sull'esistenza umana.
Semplificando all'estremo è possibile riconoscere tre ceppi: quello collegato con l'India, che si manifesta storicamente nelle forme molteplici dell'induismo, nelle scuole numerose del buddhismo, nel giainismo e in alcune altre fedi minori; quello estremo orientale, caratterizzato dalle religioni etniche della Cina e del Giappone; infine la famiglia monoteista semitica. Metà del mondo oggi ha qualche relazione di discendenza spirituale con Abramo: da lui, e dal suo primordiale monoteismo, discendono le società ebraica, cristiana e islamica.
È vero che bisogna diffidare molto delle statistiche. Che dobbiamo intendere quando si legge che 'vi sono novecento milioni di cristiani'? Chi è andato a sondare la mente e il cuore di ciascun individuo? Probabilmente tre quarti di essi sono - come direbbe Arnold Toynbee - postcristiani o ex cristiani.
Coi secoli si formano però in ogni società dei valori collettivi trasmissibili, e questi agiscono su tutti, indipendentemente dalla fede dei singoli, vengono cristallizzati nel linguaggio, nel costume. In tal senso esistono ancora oggi - eccome! - società cristiane, ebraiche e islamiche. In tal senso un miliardo e mezzo di persone portano entro di loro segreti, profondi legami con Abramo. E quindi con Gerusalemme. Gerusalemme è un simbolo vivente dell'unità originaria, genetica, sostanziale tra le tre fedi monoteiste".
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