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Le Sibille, vite parallele di scrittrici guardando a Aleramo

Le Sibille, vite parallele di scrittrici guardando a Aleramo

nel libro di Vincenza Alfano il difficile rapporto madre-figlia

ROMA, 19 febbraio 2025, 11:58

Redazione ANSA

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VINCENZA ALFANO, 'LE SIBILLE' (SOLFERINO, PP.192,17 EURO) - Vite di donne fuori dagli schemi che si ribellano al canone di moglie, madre e casalinga e per questo pagano un prezzo altissimo, che le porta a un passo dalla morte. Nel libro di Vincenza Alfano 'Le Sibille', in libreria dal 21 febbraio, la vita di Costanza, narrata dalla figlia Emma, è quella di una donna che desidera scrivere il libro perfetto per non essere dimenticata. La stessa vocazione che di fatto salva la vita della scrittrice Sibilla Aleramo, intrappolata in un matrimonio sbagliato con un uomo violento che vuole dominarla. E che lei lascerà pagando lo scotto doloroso di non vedere crescere il figlio. A scoprire le connessioni tra queste 'sibille' è Emma, lettrice appassionata. "'Una donna' - racconta nelle prime pagine - mi aveva folgorata. Era il primo romanzo di Rina Faccio, più conosciuta con lo pseudonimo di Sibilla Aleramo", quello che l'avrebbe resa celebre. Quale voce narrante del libro, Emma spiega di come la madre Costanza a cui il desiderio di maternità "era stato instillato" doveva mettersi a scrivere il suo romanzo "di sera tardi o di mattina", quando il marito Giovanni usciva di casa. "Si sentiva costretta a nascondersi perché intuiva che la scrittura veniva vista come un ostacolo alla realizzazione dei suoi doveri matrimoniali" annota Emma. La storia di Costanza nel libro si interseca con quella di Sibilla Aleramo: anche in quel caso aspirazioni frustrate dalle attese maschili, quelle di una buona moglie che non sia anche una accanita lettrice e men che meno 'un'artista', una scrittrice come nel caso di Aleramo. Lei mette sulla carta il suo viaggio interiore, i drammi che la portano a un tentativo di suicidio dopo il quale riesce a sottrarsi al 'carcere matrimoniale'. La vita di Emma e Costanza prosegue tra amore e dissidio insanabile che inizia fin dai giorni della scuola con la figlia che 'ama e odia' la madre, così diversa dalle altre. "A scuola rischiavo di essere emarginata dagli altri bambini che crescevano al riparo di una famiglia normale. Non era un problema per me. Non me ne vergognavo". Tuttavia Emma reclama il suo diritto a una vita 'normale' mentre la vita sua e della madre, che per avere l'annullamento del matrimonio non esita a dichiararsi incapace di intendere e volere, sembrano viaggiare in direzioni opposte fino a quel giorno, a quel biglietto con scritto "Perdonami, se puoi", a quel volo dal balcone. Costanza si salva, per miracolo.
    Ed è proprio il libro di Aleramo 'Una donna', regalatole dalla madre anni prima, che fa sì che Emma eviti di perdersi tra i sensi di colpa e le domande che un gesto così dirompente portano con sé. Emma scopre incredibili connessioni tra i due destini, al punto che pagina dopo pagina la vita di Sibilla e quella di sua madre sembrano sovrapporsi fino a confondersi. E' così anche per la ricerca di un uomo da amare che nel caso di Sibilla Aleramo vede diversi incontri con uomini di lettere e poeti fino alla relazione con Dino Campana che scivola nella follia. O come nel finale in cui Costanza trova un piccolissimo appartamento dove vivere sola e scrivere e anche qui Aleramo diventa il collante "delle nostre vite fuse e confuse". Emma si augura che anche la madre "abbia trovato la sua 'povera stanza solitaria' come Sibilla in via Margutta", dove la scrittrice si trasferisce nel 1925 dopo dolorose e intermittenti permanenze in alberghi, pensioni, camere d'affitto. "L'ambiente è piccolo, freddo, buio, ma Sibilla ha finalmente trovato il suo approdo".
   

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