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Come l'Antoniano, nasce il Piccolo Coro di Caivano

Come l'Antoniano, nasce il Piccolo Coro di Caivano

Conti, diventi realtà fortissima. Mazzi, intitoliamolo a Fortuna

ROMA, 18 dicembre 2023, 18:31

di Daniela Giammusso

ANSACheck

Nasce il piccolo Coro di Caivano - foto Ufficio Stampa e Comunicazione MiC - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nasce il piccolo Coro di Caivano - foto Ufficio Stampa e Comunicazione MiC -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Nasce il piccolo Coro di Caivano - foto Ufficio Stampa e Comunicazione MiC - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sessanta bambine e bambini dai quattro anni in su. Per un momento di aggregazione e gioco, ma anche per offrire una possibilità di riscatto a una comunità intera, partendo dalla cultura. Nasce così il Piccolo coro di Caivano, progetto del ministero della Cultura in collaborazione con Antoniano-Opere francescane e la partecipazione del ministero per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, che riproporrà nel comune alle porte di Napoli l'esperienza felice del Piccolo Coro dell'Antoniano. "Caivano - spiega il sottosegretario Gianmarco Mazzi - ormai è diventata un simbolo. Prima di tutta questa recente attenzione era considerata una periferia un po' dimenticata, sia fisicamente, per marginalità e assenza dello Stato, che dell'anima, che è altrettanto grave. Noi vorremmo creare un modello. Vorremmo che Caivano diventasse un esempio e un simbolo di speranza e dell'impegno dello Stato. Il nostro obiettivo è portarvi cose 'normali", dopo già il progetto del Mic di una biblioteca. Ora "abbiamo deciso di chiedere aiuto a una delle più belle iniziative sociali italiane, come il Coro dell'Antoniano che esiste dal 1963 e che è nel cuore della nostra generazione". Il Mic sosterrà il progetto nel tempo, con un piano pluriennale. L'obiettivo è creare anche nel comune campano la stessa atmosfera dell'Antoniano, trasferendone valori e motivazione. Le bambine e i bambini saranno coinvolti attraverso un'attività di preparazione fino alla formazione del coro effettivo di 60 elementi. "Propongo - aggiunge Mazzi - di intitolare il Coro a Fortuna (Loffredo ndr), la bambina" uccisa a sei anni dopo ripetuti abusi e "lanciata dal balcone come fosse uno scarto. Penso che se qualcuno fosse arrivato prima a Caivano, e in tutte le Caivano d'Italia, forse il suo destino sarebbe stato diverso". Il progetto, commenta la ministra della famiglia Eugenia Maria Roccella, "mette insieme sia le caratteristiche dello sport di fare squadra e stare insieme, sia l'elemento non competitivo di gioia che da la musica".    
"Solo facendo crescere bene i nostri ragazzi, offrendo loro l'esempio, possiamo avere un futuro migliore - esorta Carlo Conti, direttore artistico dello Zecchino d'oro -. Questo coro deve diventare una realtà fortissima e mi auguro che nelle prossime edizioni dello Zecchino, accanto al Coro dell'Antoniano ci sia anche il Coro di Caivano". "Conosco bene la realtà di Caivano - racconta il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano -. Ho fatto il direttore di un quotidiano di Napoli e ho documentato fatti anche tragici e atroci. Questi contesti sono scanditi nella mia memoria. Ecco perché faccio un po' meno Ztl, serate cinematografiche e lustrini e un po' più periferie. La scorsa settimana ero nel quartiere di Soccavo, un'altra periferia difficile di Napoli.   certamente verrò a Caivano e andrò a Scampia. Andrò anche nella periferia di Palermo. Vorrei andare in tutte le periferie italiane, perché è lì soprattutto che noi dobbiamo portare cultura". A Caivano, aggiunge, "si sta realizzando una grande infrastruttura sociale e culturale. Noi stessi abbiamo messo a disposizione una parte delle nostre risorse per i grandi progetti perché vogliamo che lì nasca un teatro, una biblioteca, dove i giovani possano andare a studiare e scambiarsi idee.     Ecco, quando avremo realizzato tutto questo, avremo creato una fabbrica di buoni cittadini, di persone che attraverso la cultura possono ritrovare i grandi valori di appartenenza. E questo, fatemelo dire, è anche una risposta concreta e tangibile che diamo ai parolai da social media che si sentono ogni venerdì, fanno mere espressioni verbali, ma poi non realizzano nulla di concreto".

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