(di Claudia Fascia)
Marcella Bella torna al festival di
Sanremo. A 18 anni dall'ultima volta, in coppia con il fratello
Gianni. "Spaventata? Nooo, canto da 56 anni. Ho iniziato a 13
anni a salire sul palco, ce l'ho sempre avuto in testa. È una
passione di famiglia: oltre a me e a Gianni, che è stato ed è un
grande musicista, c'era anche mio papà che cantava per hobby. La
musica ha sempre fatto parte della famiglia Bella. Le pause che
ho preso sono state per i miei figli, ma ho sempre continuato a
cantare".
E così ora il ritorno sul palco dell'Ariston, con il brano
Pelle Diamante, di cui lei stessa è autrice e in cui rivendica
il suo essere donna forte e indipendente, "ci sono io, ma è una
deica anche a tutte le donne, un invito a essere più forti, a
costruirsi la propria corazza".
"Forte, tosta, indipendente, stronza forse, ma sorprendente.
Una mina vagante. Una combattente. La mia più grande fan sono
io". Canta Marcella nel suo brano "perché mi sento così, da una
parte tosta e dall'altra stronza, ma solo io posso dirmelo -
racconta -. C'è abbastanza di me, e c'è soprattutto questa idea
di donna che per emergere e per non farsi mettere in testa, deve
lottare contro gli uomini, che in alcuni casi sono violenti,
picchiano e uccidono. Solo con una forte personalità e con una
corazza possiamo combattere questi uomini".
Lei, come Loredana Bertè (che l'anno scorso si presentò con
il pezzo Pazza), come Fiorella Mannoia (che qualche anno fa
pubblicò Combattente). La sensazione è che i diritti delle donne
vengano portati avanti dalle generazioni più mature rispetto a
quelle più giovani. "A certe riflessioni, ci puoi arrivare solo
con un vissuto importante e se hai provato sulla tua pelle cosa
vuol dire essere in una giungla". Ma c'è di mezzo anche un fatto
culturale? L'essere cresciute respirando le atmosfere di certi
anni che hanno portato con sé le grandi lotte per i diritti, per
le libertà dell'individuo e della donna in particolare? "Gli
anni Settanta sono stati pazzeschi sia musicalmente, con i più
grandi artisti di sempre, sia per i diritti umani. Oggi nessuno
combatte più come facevamo noi. C'è un impoverimento sociale e
artistico. Oggi la musica è più parlata, più usa e getta".
Sanremo, dunque, diventa il palcoscenico per ribadire il
ruolo della donna, ma anche per altro. "Era qualche annetto che
provavo a partecipare, e non ci riuscivo. Essere lì ora mi darà
la possibilità anche di far sentire il più possibile il mio
ultimo disco Etna, uscito a maggio, che avrà una ristampa con il
brano sanremese e un inedito e mi vede in veste di cantautrice.
È il mio orgoglio". E poi, non nega, "vorrei conquistare anche i
più giovani, magari divertendomi".
Nel 2007 il festival apparteneva ad un'altra era geologica,
musicalmente parlando, e tante cose sono cambiate. "Io mi
ricordo tanta confusione, tante gente. Mi tiravano da tutte le
parti, questo non credo sia cambiato. Invece se parliamo di
autotune, quello dovrebbero proibirlo. Il festival è tutto dal
vivo, ed è anche divertente sentire qualcuno che canta un po'
meno bene di qualcun altro". Una stoccata anche agli autori, 11
dei quali firmano il 70% dei brani in gara (il dato lo ha
registrato il Codacons). "L'estro musicale di una volta non è
quello di oggi, non stanno lì a sforzarsi. Girano sempre gli
stessi, ma tanto di cappello perché se fanno dei successi, vuol
dire che hanno ragione. La musica è come la moda, va e viene,
tornerà anche la melodia, perché tutto si ricicla". In tempo di
rap e trap, l'artista siciliana è sicura di poter ottenere la
giusta attenzione. "Certo che c'è spazio in questo modo anche
per me: e se faccio fatica, spingo con i gomiti. Fanno i dischi
parlando, possibile che non ci sia spazio per chi canta
davvero?", stuzzica.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA