L'ultima volta risale al 2023, con
la lettera d'amore alla Costituzione, alla libertà e alla pace:
sul palco d'onore il presidente Mattarella ride, applaude, si
porta la mano sul cuore quando il premio Oscar rende omaggio,
tra i padri costituenti, al padre Bernardo Mattarella. Una
pagina di televisione entrata negli annali. Del resto proprio a
Sanremo sono legate alcune delle performance memorabili di
Roberto Benigni in televisione.
Due anni fa l'occasione sono i 75 anni della Carta
fondamentale, "uno schiaffo al potere, ci fa sentire che viviamo
in un paese che può essere giusto e bello", dice Benigni. E
ancora: "Presidente, lei è al secondo mandato, Amadeus al quarto
e ha già prenotato il quinto, pensa di fare il sesto, il
settimo. Bisogna fermarlo, è un colpo di Stato, è dittatura".
Davanti alla tv ci sono oltre 14 milioni di spettatori a seguire
la prima parte della serata del festival.
Tre anni prima, nel 2020, l'attore e regista porta
all'Ariston l'esegesi del Cantico dei Cantici, volando alto tra
le allegorie bibliche, spiazzando chi immaginava un monologo
politico e recitando un 'inno all'amore'.
Ma l'ingresso più spettacolare sul palco resta quello del
2011: il padrone di casa è Gianni Morandi e Benigni entra in
scena su un cavallo bianco, sventolando la bandiera tricolore al
grido di 'Viva l'Italia!': l'occasione, i 150 anni dell'Unità, e
Benigni propone a modo suo l'esegesi dell'Inno di Mameli. Il
festival vola oltre i 15,3 milioni di spettatori in prima
serata, con apprezzamenti bipartisan e il plauso del presidente
Napolitano.
Bisogna risalire al 1980 per rintracciare la prima volta di
Benigni a Sanremo. È l'anno del 'Wojtylaccio': l'attore e
regista, conduttore del festival con Claudio Cecchetto e Olimpia
Carlisi, si scatena sul Papa, "profeta della rivalutazione
dell'amore libero". L'uscita gli costa un'incriminazione
(seguita da assoluzione) per offesa alla religione di Stato.
Senza dimenticare il bacio a Olimpia Carlisi.
Sfiora i 20 milioni di spettatori nel 2002, ospite di Pippo
Baudo, quando in uno degli interventi più emozionanti della
storia del festival presenta una sua versione in chiave politica
del Giudizio Universale e si lancia in battute sugli organi
sessuali dello stesso conduttore ("Sono stato io a mettere per
primo le mani lì" e giù con la celebre 'strizzatina'), di
Berlusconi, Di Pietro, Fassino. A tenere banco per tutta la
settimana sanremese è stata la minaccia di Giuliano Ferrara,
creatore del comitato BoBe (Boicottiamo Benigni): il direttore
del Foglio aveva promesso di sbarcare al festival per lanciare
uova contro il comico. Ma poi non se ne fa nulla.
E ancora nel 2009 il suo show di mezz'ora, tutto incentrato
sulla politica, supera i 15 milioni di spettatori: spazio a
Veltroni, a Berlusconi, ma anche agli omosessuali che "non sono
fuori dal piano di Dio".
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