"La danza è un messaggio di unione, universale" ed è questo oltre che "un aiuto concreto" il gala internazionale di danza organizzato dal Teatro Arcimboldi di Milano per il 7 aprile a cui parteciperà anche Jacopo Tissi, primo ballerino del Bolshoi che ha lasciato Mosca dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Proprio lui lo ha definito in questo modo nella conferenza stampa organizzata per presentare l'iniziativa che servirà a raccogliere fondi per la Croce Rossa e per il fondo #milanoaiutaucraina. "Volevamo cercare di aiutare le persone subito, ma anche fare qualcosa di simbolico - ha spiegato il direttore artistico del Tam Gianmarco Longoni - L'arte è una forma di comunicazione fra le persone che deve restare sempre aperta". Oltre a Tissi, che non ha risposto a domande sul suo futuro, saranno sul palco il primo ballerino del balletto nazionale spagnolo Sergio Bernal che danzerà Il cigno nella coreografia di Ricardo Cue, il francese Simon Ripert, gli italiani Sasha Riva e Simone Repele che eseguiranno un Inno alla vita, su loro coreografia con musiche di Arvo Part e l'inno nazionale ucraino, Petar Dorcevski, direttore artistico del balletto dell'Opera di Lubiana eseguirà Voyage sui passi di Renato Zanella. Ma soprattutto ci saranno primi ballerini russi e ucraini, insieme, tutti convinti che la danza e l'arte servono ad unire e non a dividere. I primi ballerini dell'Opera di Kiev Anastasia Gurskaya e Stanislav Olshansky eseguiranno la Forest Song, che fa parte del repertorio del teatro ucraino. La russa Liudmila Konovalova, prima ballerina dell'Opera di Vienna, insieme a Jacopo Tissi interpreterà Le spectre de la rose con la coreografia di Fokine e con il moldavo Alexey Popov Il cigno nero. In programma Alina Cojocaru e Johan Kobborg, che sono stati ballerini principali del Royal Ballet di Londra, hanno deciso di inserire No Man's Land, brano che ha come titolo il modo in cui veniva definita l'area fra due trincee durante la prima guerra mondiale. Fra i ballerini che si esibiranno ci sarà anche Eugenia Korshunova, prima ballerina del teatro di Kiev che in Ucraina ha lasciato il marito, anche lui danzatore che ora si trova in una unità di supporto medico. "Ha subito detto che voleva difendere il suo Paese. E' un patriota oltre che un ballerino. Come moglie e madre - ha raccontato - per me è stato difficile accettare questa scelta ma sono molto orgogliosa di lui". La sua storia di dolore e choc è la stessa dei suoi colleghi, così come la riconoscenza e lo stupore per la solidarietà ricevuta. A tutti gli artisti che hanno deciso di partecipare al Gala - che il Tam vorrebbe diventasse una ricorrenza annuale o biennale - è arrivato anche il grazie dell'assessore milanese alla cultura Tommaso Sacchi. Ora l'appello degli organizzatori dell'evento (a cui hanno collaborato Antonio Gnecchi Ruscone, direttore settore danza del Tam e Caterina Calvino Prina, direttrice dell' Accademia Ucraina di Balletto, è al pubblico perché venga numeroso. Un appello anche ai rifugiati ucraini a cui sono stati riservati un certo numero di biglietti gratuiti.
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