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Mieli, torna Passato e presente con la guerra di sottofondo

Mieli, torna Passato e presente con la guerra di sottofondo

Da domani su Rai 3, si parte con l'armistizio del 1918

ROMA, 02 novembre 2023, 19:48

Michele Cassano

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"La prima puntata speciale si occuperà della pace ritrovata, ma l'intera stagione avrà come sottofondo la guerra, per trovare gli antefatti dei conflitti che insidiano il mondo e tentare di dare al pubblico il maggior numero possibile di spiegazioni, anche legati a fatti di tremila anni fa, sul perché il mondo si trova a questo punto". Lo spiega all'ANSA Paolo Mieli, che torna da domani con la settima stagione di "Passato e Presente", in onda dal lunedì al venerdì alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia per 120 nuove puntate, all'interno di uno studio virtuale completamente rinnovato. Il primo appuntamento ricorda la fine della Prima Guerra Mondiale, il 4 novembre 1918: con il professor Francesco Perfetti, si torna al 29 ottobre 1918 con la consegna della lettera, nella quale il generale Viktor Weber von Webenau comunica di essere stato incaricato di iniziare le trattative con il Comando Supremo italiano per concludere immediatamente un armistizio. Anche nella nuova edizione spazio ai giovani storici, sia in veste di narratori che di partecipanti alla discussione, mentre i temi spaziano attraverso tutte le epoche storiche per far emergere le continue connessioni tra il passato e il presente. "La formula è quella di sempre - spiega Mieli -: protagonisti oltre a me e al professore, ci sono tre laureati specializzati negli argomenti di cui parliamo". Obiettivo, inoltre, su alcuni dei più importanti anniversari, dall'omicidio del Presidente Kennedy all'attentato di Fiumicino, dal delitto Matteotti alla nascita delle Tv, dalla morte di Lenin alla liberazione di Roma. "Passato e Presente" continua a seguire i tre filoni di approfondimento sulle donne e il potere, le figure dei grandi storici, e il racconto della storia attraverso i grandi romanzi. Il percorso è, come sempre, arricchito da filmati di repertorio, documenti d'archivio, riprese originali e ricostruzioni. Le crisi internazionali, ultima quella in Palestina, fanno crescere la domanda di conoscenza del passato. "La gente si rende conto che ne sa pochissimo - sottolinea Mieli -. C'è una grande ansia di sapere, perché le persone sentono nomi che non sanno cosa significhino, vogliono uno strumento per conoscere la storia, non solo quella di ieri. Occorre risalire alla notte dei tempi, alle guerre di religione, per capire fino in fondo i fatti di oggi. Questo spiega perché hanno successo i programmi storia. Noi in ogni puntata abbiamo la testa rivolta ai riflessi remoti che hanno attinenza con il presente, ma il gioco è di non esplicitarli mai, anche perché le puntate hanno un grande seguito su Rai Play e occorre che siano chiuse, a sé stanti. Poi ognuno può cogliere al loro interno i riferimenti al presente". Anche l'antisemitismo, che ha ripreso vigore dopo i fatti di Palestina, è legato in qualche modo all'ignoranza del passato. "Non penso che si stia dimenticando l'Olocausto - sostiene Mieli -. Penso piuttosto che la gente ritenga che l'antisemitismo sia confinato alla Shoah. Bisogna spiegare che, invece, esisteva anche prima e che dopo si è fatto finta che non esistesse. Ora è riesploso in dimensioni vistose. La protesta contro Israele è legittima, ma cosa c'entra attaccare una sinagoga o un cimitero ebraico. Proporrei che quando si porta una scolaresca in un campo di concentramento, poi si spieghi che non tutto finì nel maggio del '45 e si faccia un viaggio supplementare, ad esempio, in una sinagoga bruciata recentemente".

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