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Don Chisciotte e Dulcinea, amore che vale inchiesta

Don Chisciotte e Dulcinea, amore che vale inchiesta

In un libro di Angela Rodicio a 400 anni morte di Cervantes

ROMA, 26 aprile 2016, 11:07

Redazione ANSA

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ANGELA RODICIO - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANGELA RODICIO - RIPRODUZIONE RISERVATA
ANGELA RODICIO - RIPRODUZIONE RISERVATA

   ANGELA RODICIO , L'AMORE PERDUTO DI CERVANTES. La vera storia di Don Chisciotte e Dulcinea (Quattro D, pag. 229, euro 18,00).Era il 1999, la Nato interveniva contro la Serbia durante la Guerra del Kosovo. La reporter Angela Rodicio era nel Montenegro come inviata della televisione pubblica spagnola TVE. Risale a quei giorni la scoperta di Ulcinj, l'antica rocªcaforte veneziana di Dulcigno, dove ebbe inizio "L'amore perduto di Cervantes. La vera storia di Don Chisciotte e Dulcinea": un libro che lei definisce "un'inchiesta letteraria" e che arriva in libreria proprio a 400 anni dalla morte dello scrittore. Cosa c'entra il padre della lingua e della letteratura spagnola con i Balcani? La giornalista viene a sapere che proprio in quei luoghi Cervantes era stato prigioniero dopo la battaglia di Lepanto e inizia una ricerca che la porta a una chiave di lettura inedita del capolavoro dell'autore cinquecentesco. Non a caso, infatti, il nome di cittadina sulla costa albanese coinciderebbe con quello della Dulcinea amata da don Chisciotte: "Quando la presenta - ha spiegato Angela Rodicio all'ANSA - Cervantes definisce il suo nome 'armonioso, peregrino e significativo' e ci fa capire che quel personaggio enigmatico non è altro che un luogo, l'incarnazione letteraria di una vicenda realmente accaduta". "Una traslitterazione - ha proseguito Angela Rodicio - in cui i nomi utilizzati sono indizi dai quali si può decifrare un nuovo punto di vista nell'interpretazione del testo letterario".
    "L'amore perduto di Cervantes" intreccia, così, l'avventura della giornalista alla ricerca della verità sul grande romanzo della letteratura spagnola e il viaggio attraverso un'Europa cinquecentesca in cui i Balcani, con i loro pericoli e i loro misteri, costituivano un ponte tra due potenti imperi, quello spagnolo e quello ottomano, "profondamente legati come vasi comunicanti". "Una storia - ha detto, infine, Angela Rodicio - di un'attualità pazzesca: i luoghi dei corsari di allora sono lo stesso scenario di chi oggi fa business con i rifugiati".
   

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