/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Bajani la necessità di fare i conti col proprio passato

Bajani la necessità di fare i conti col proprio passato

capir la propria famiglia abbandonata per far pace con se stesso

ROMA, 01 aprile 2025

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Paolo Petroni) ANDREA BAJANI, ''L'ANNIVERSARIO'' (FELTRINELLI, pp. 128 - 16,00 euro) - In macchina l'io narrante porta al nido il figlio: ''guidando lo guardo dal retrovisore...ogni tanto sul suo viso vedo il viso di mia madre, è quello il posto dove la incontro da due anni a questa parte'', concludendo ''E non fa bene. E non fa male'', forse anche perché a monte di questa frase finale c'è tutto un libro di ricordi in cui fa i conti con la realtà che è stata.
    Un romanzo dice, perché costruito in forma narrativa, ma soprattutto perché i fatti e i sentimenti troveranno così un loro possibilità di approccio creativo in cui il vero, quello che più potrebbe scottare, trova un modo di rivelarsi, anche imprevisto: ''questo accedere attraverso l'invenzione, a ciò che il ricordo non possiede, è precisamente la forza brutale del romanzo'', si annota a un certo punto. Perché ''Se non sei la persona libera che vuoi essere - come dice la citazione in esergo di Anne Carson - , devi trovare un posto dove dire la verità al riguardo. Dove dire come stanno le cose per te''.
    Per te che tua madre, i tuoi genitori li hai visti e sentiti dieci anni prima l'ultima volta: ''da allora ho cambiato numero di telefono, casa, continente, ho messo un oceano di mezzo. Sono stati i migliori anni della mia vita''.
    Una madre timida, pronta sempre a tirarsi indietro, in cui il degradarsi era legato alla suo distrarsi, figura che nel ricordo non riesce a mettere mai a fuoco del tutto, visto che ''la porzione di mondo che occupava era così trascurabile da non chiedere udienza'' (tranne alcuni giorni che passò in ospedale o il breve periodo in cui lavorò alla cassa di un supermercato).
    Eppure, proprio per la sua assenza, accanto a un padre che si ''era messo al centro della scena'', ingombrante, prepotente, questa acquista sempre più importanza e c'è quasi un implicito rispecchiarsi nella sua fuga, nell'evitare lo scontro, pur nella forza di volontà che questo ha comportato e nella forza di volontà e necessità ora di riandarlo a vivere e confrontarcisi.
    E questo racconto appare allora come un seguito, forse una conseguenza del bel romanzo memoire precedente di Bajani, ''Il libro delle case''.
    Perché i ricordi, le testimonianze, anche quando riguardano se stessi, sono sempre una ricostruzione legata a interferenze e accidenti casuali. Per esempio la madre mite e il padre incapace di controllarsi sono figure nate da una notte che ha dato origine all'idea, alla ''allucinazione'' di un organismo familiare fondato sulla violenza espressa con le mani, tra sangue, polizia e mobili rotti, è giustificato la fuga, il chiudersi la porta di casa alle spalle definitivamente. Eppure ora, cercando i far mente locale, ecco che gli episodi violenti diventano in realtà molto pochi e solo quell'uno ai danni della madre, mentre stanno sulle, dita di una mano quelli a danno dell'io narrante. E se ''il senso di minaccia era la costante della nostra vita quotidiana'', accanto ci sono anche tanti ricordi belli, con ''momenti più o meno memorabili, di vita ordinaria, che per molti anni furono la maggior parte''.
    La forza e l'emozione, la qualità di queste pagine è in questo difficile equilibrio, nel cerca di andare a indagare dietro quel che per primo occupa la mente, che comunque ha inciso il tuo vissuto, e riuscire a farlo alla distanza senza infingimenti, senza che il dolore abbia il sopravvento e prevalga invece la misura di un confronto.
    Si pone allora una domanda ''Si possono abbandonare i propri genitori?'', In realtà è qualcosa che non si riesce nemmeno a pensare chiaramente, non c'è risposta affermativa ''Si può solo fare. E io lo feci'' senza rifletterci sopra perché la ragione, impaurita, altrimenti arretrerebbe. Persino ora, all'anniversario dei dieci anni dal suo essersene andato, è possibile parlarne (e renderla esemplare) perché si è maturato il tono giusto, che si traduce in una scrittura controllata e chiara, implacabile ma sempre misurata, vero, necessario tramite tra la vita e il cercare di raccontarsela, di riportarla a galla passato il traguardo dei quarant'anni in cui, naturalmente, ha sempre lavorato dentro.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza