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Trasporto aereo "anno zero", il j'accuse della Uil

Trasporto aereo "anno zero", il j'accuse della Uil

Viglietti, settore dovrebbe essere strategico per una nazione

MILANO, 12 settembre 2023, 17:31

Redazione ANSA

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Trasporto aereo in Italia "anno zero". Lo afferma Ivan Viglietti, segretario nazionale Uil Trasporti, che ricorda la scomparsa di AirOne, AirEurope, Lauda Air, Blu Panorama, Eurofly, Meridiana, Alpi Eagles, Volare, Air Dolomiti, Air Sicilia oltre alla "mitica" Alitalia, uno dei simboli del tricolore nel mondo.
    "Perfino la Bolivia, uno dei Paesi più poveri al mondo, ha la sua compagnia aerea. Fermo restando che i fenomeni sono complessi la prima causa sono state le scelte politiche che hanno trasferito le competenze sul trasporto aereo alle Regioni, come è avvenuto per la sanità. Da quel momento si è interrotta qualsiasi strategia nazionale, qualsiasi idea di 'sistema nazionale' che includesse aeroporti, compagnie aree, bacini d'utenza e regole. E di conseguenza si sono messe in moto politiche locali con l'assegnazione a organizzazioni private delle strutture aeroportuali", afferma il sindacalista.
    "Le low cost sono il secondo elemento che ha determinato l'implosione del settore in Italia. In questa frammentazione tutta italiana con lotte fratricide fra aeroporti, si sono astutamente inserite alcune low cost. Ma mentre in tutto il mondo si costruivano aeroporti in base ai bacini di utenza, in Italia si creavano bacini di utenza in base a dove erano collocati gli aeroporti. Rispondendo ad interessi locali, spesso elettorali", denuncia Viglietti.
    "Il settore del trasporto aereo dovrebbe essere strategico per una nazione - conclude il segretario -. E i governi dovrebbero ragionare in termini di 'sistema'. In Italia è stato fatto tutto il contrario. Ci sono state ovviamente anche responsabilità da parte di molti manager delle compagnie aeree italiane, ma nel confronto sul mercato con diverse compagnie che applicavano contratti di lavoro con basse retribuzioni, che pagavano le tasse - assai ridotte - all'estero cioè nei Paesi di registrazione e che percepivano contributi da parte degli aeroporti italiani per atterrare lì, è evidente che i vettori "storici" italiani non potevano che uscirne sconfitti".
   

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