"I contribuenti con debiti residui da riscuotere, senza considerare eventuali coobbligati, sono circa 22,3 milioni, di cui circa 3,5 milioni persone giuridiche, e i restanti 18,8 milioni persone fisiche, di cui 2,9 milioni con un'attività economica". Lo ha detto il direttore dell'Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate-Riscossione Vincenzo Carbone in audizione al Senato, evidenziando "l'elevata recidività dei soggetti che presentano carichi iscritti a ruolo (il 60% dei soggetti è stato iscritto a ruolo in almeno 10 differenti annualità)".
"Complessivamente, il carico contabile residuo dei ruoli affidati dai diversi enti creditori, prima ai concessionari privati, poi a Equitalia e infine all'Agenzia delle entrate-Riscossione, nel periodo primo gennaio 2000-31 gennaio 2025, ammonta a 1.279,8 miliardi - dei quali 1.272,9 miliardi relativi a carichi affidati dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2024 - comprensivi anche dei carichi relativi agli ambiti provinciali della Regione Siciliana affidati fino al 30 settembre 2021 a Riscossione Sicilia spa", ha aggiunto Carbone precisando che "i crediti residui appaiono per circa il 40% del loro importo di difficile recuperabilità per le condizioni soggettive del contribuente".
"Il cosiddetto 'magazzino della riscossione' ha registrato una costante crescita e, ormai da tempo, ha assunto una consistenza anomala. Ciò, nonostante i risultati della riscossione mediante ruolo abbiano registrato un progressivo incremento negli anni successivi al superamento del regime di affidamento del servizio a soggetti privati".
Si è infatti passati "da una media di circa 3 miliardi di euro all'anno nel periodo 2000-2005", quando la riscossione era affidata ai privati, "ad una media annuale di circa 7,5 miliardi durante il periodo Equitalia (2006-2016); 12,4 miliardi nel periodo 2017-2024, successivo alla costituzione dell'ente pubblico economico, con un incasso pari, negli ultimi due anni, rispettivamente a 14,8 e 16 miliardi".
La difficile recuperabilità del 40% dei crediti residui è dovuta alle condizioni soggettive del contribuente: 149 miliardi di euro sono dovuti da soggetti interessati da procedure concorsuali; 224,4 miliardi di euro da persone decedute e imprese cessate; 138,9 miliardi da soggetti che, in base ai dati presenti nell'Anagrafe Tributaria, risultano nullatenenti. Un'ulteriore parte dei crediti residui, per un controvalore di circa 50,9 miliardi, risulta interessata da specifici provvedimenti di sospensione, in essere al 31 gennaio 2025, che inibiscono l'attività di recupero.
Si tratta, in particolare, di provvedimenti emessi dagli enti creditori o disposti dall'Autorità Giudiziaria, per un importo di 28,4 miliardi, e delle sospensioni disposte a seguito di adesione alla
'Rottamazione-quater', per un importo di 22,5 miliardi. Della restante parte, un importo pari a 580,8 miliardi è relativo a contribuenti nei confronti dei quali l'agente della riscossione ha già svolto negli anni azioni esecutive e/o cautelari. Nel magazzino residuo sono presenti anche crediti interessati da rateizzazioni in corso per un valore pari a 34,7 miliardi di euro.
Il rimanente importo di 101,2 miliardi di euro è riferito al complesso di crediti residui relativi a contribuenti nei confronti dei quali l'agente della riscossione deve ancora avviare azioni cautelari e/o esecutive.
"Per quanto riguarda l'incidenza sul 'magazzino' della 'Rottamazione-quater', è necessario attendere la scadenza di tutte le relative rate. Al 31 dicembre 2024 l'importo riscosso risulta pari a 12,2 miliardi, con un tasso di 'decadenza' pari al 49%", ha aggiunto Vincenzo Carbone evidenziando che, "nell'ipotesi in cui i contribuenti con piani rateali in corso dovessero proseguire regolarmente nel pagamento degli importi alle scadenze previste, l'impatto complessivo della 'Rottamazione-quater' sul magazzino può stimarsi in un valore massimo di circa 38,5 miliardi".
Nella nuova rottamazione, "l'introduzione di un meccanismo di flessibilità" che consente "di non pagare fino a 7 rate senza incorrere nella 'decadenza', potrebbe determinare, a breve e medio termine, effetti finanziari negativi", ha però rimarcato Carbone, puntualizzando che "potrebbe verificarsi una situazione anomala". "Ciò, con il rischio di un utilizzo strumentale dell'istituto da parte dei debitori e l'aumento consequenziale dei già elevati tassi di 'decadenza' registrati nelle precedenti misure di definizione agevolata".
Agenzia delle Entrate, 33 milioni di crediti da riscuotere affidati ogni anno
Sulla consistenza del magazzino riscossione "incide anche la circostanza per cui, ogni anno, circa 5.500 enti differenti affidano mediamente 33 milioni di singoli crediti da riscuotere, per un totale di oltre 82 miliardi di euro, riferibili a circa 10,4 milioni di contribuenti". Lo ha indicato il direttore dell'Agenzia delle Entrate e Agenzia delle Entrate-Riscossione Vincenzo Carbone in audizione alla commissione Finanze del Senato sulla gestione del magazzino fiscale.
"Dall'analisi dei 33 milioni di crediti affidati annualmente si evince, inoltre, che circa il 64%, di importo inferiore a 500 euro, è in larga parte (per due terzi) riconducibile a iscrizioni a ruolo effettuate da Comuni, Regioni e altri enti diversi dall'erario e dagli enti pubblici previdenziali. I crediti di importo superiore a 50 mila euro sono, viceversa, in massima parte (86%) affidati dall'Agenzia delle entrate", ha spiegato.
"Tali crediti, in ragione della cadenza di relativo affidamento, determinano, annualmente, l'emissione di oltre 19 milioni di atti: si tratta di 16/17 milioni di cartelle di pagamento, circa 3 milioni di avvisi di addebito - la cui notifica è curata direttamente dall'Inps - circa 250 mila avvisi di accertamento esecutivo - la cui notifica è curata dall'Agenzia delle entrate - ed un crescente numero di avvisi accertamento esecutivo la cui notifica è curata direttamente dagli enti locali (passati da circa 400 mila nel 2022 a 1,2 milioni nel 2024)".
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