(di Mila Onder)
Saranno soprattutto le novità fiscali
a tenere banco domani al consiglio dei ministri convocato per
approvare il Dpb e la manovra 2024. Oltre alla legge di bilancio
verranno infatti approvati anche due decreti attuativi della
delega fiscale che conterranno una delle misure più importanti
previste per il prossimo anno, ovvero l'accorpamento delle prime
due aliquote Irpef. Come per la conferma del taglio del cuneo
fiscale, che entrerà invece in manovra, si tratta al momento di
una misura finanziata solo per un anno, ovvero fino a dicembre
2024, coperta - a meno di novità dell'ultimo momento sulle
detrazioni - in deficit e per questo non strutturale. Per gli
anni successivi bisognerà trovare di volta in volta altre
risorse.
* TAGLIO DEL CUNEO: l'esonero parziale sulla quota dei
contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti con
redditi più bassi è iniziato nel 2022 con il governo Draghi, è
stato confermato e rivisto al rialzo con la legge di bilancio
2023 messa a punto dal governo Meloni ed è salito ulteriormente
grazie al decreto lavoro del primo maggio scorso. Il taglio
attualmente in vigore e che sarà prorogato di un altro anno è
del 6 per cento per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro
e del 7 per cento per chi ha un reddito non superiore a 25mila
euro l'anno (1.923 euro al mese).
* CAMBIA L'IRPEF: La grande novità del 2024 sarà
l'accorpamento delle prime due aliquote dell'imposta sulle
persone fisiche. Prevista dalla delega fiscale, la norma per la
riduzione degli scaglioni da 4 a 3 sarà contenuta in un decreto
attuativo che arriverà parallelamente alla legge di bilancio.
Anche in questo caso l'obiettivo è favorire i redditi bassi e
per questo sarà accorpata nell'aliquota del 23% (oggi riservata
ai redditi fino a 15.000 euro) anche quella del 28% (oggi
prevista da 15.001 a 28.000 euro). La riforma, sommata al taglio
del cuneo, dovrebbe portare a un vantaggio in busta paga di
circa 120 euro al mese.
* MINI-IRES E MINIMUM TAX: Anche in questo caso facendo
ricorso a un dlgs, l'imposta sulle imprese dovrebbe scendere dal
24% al 15% per chi fa assunzioni con una maggiorazione prevista
se si assumono giovani, donne o ex beneficiari del reddito di
cittadinanza. Per le multinazionali arriverà a partire dal primo
gennaio la Global minimum tax al 15%, mentre per le aziende che
torneranno in Italia dopo aver delocalizzato all'estero saranno
previste agevolazioni ad hoc per il cosiddetto reshoring.
* ADDIO ALL'ACCONTO DI NOVEMBRE: La novità, introdotta dopo
una lunga battaglia della Lega guidata da Alberto Gusmeroli,
riguarda da subito le partite Iva per le quali cambia il
calendario degli adempimenti. Il tradizionale acconto di
novembre scomparirà già quest'anno per circa 2,5 milioni di
autonomi, piccoli artigiani e commercianti, 'selezionati' in
base ad una soglia di fatturato. Da novembre 2024 la platea
raddoppierà perché l'eliminazione riguarderà tutti.
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