Poco più di cinque mesi fa,
infatti, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di
Milano aveva sequestrato, nell'indagine dei pm Paolo Storari e
Giovanna Cavalleri, 86 milioni e 460 mila euro, ritenuti il
corrispettivo di una presunta evasione sull'Iva per cinque anni,
tra il 2017 e il 2022.
Secondo la ricostruzione della Procura, la frode fiscale
sarebbe stata commessa attraverso fatture per operazioni
inesistenti e la stipula di fittizi contratti di appalto di
manodopera soggetti a Iva, in alcuni casi da parte di società
"filtro" che a loro volta si sarebbero avvalse di cooperative o
consorzi (i cosiddetti "serbatoi" di lavoratori), e in altri
casi da parte di questi ultimi in contatto diretto con l'azienda
committente. Dall'inchiesta, che vedeva indagati la società e
tre manager, era emerso anche che i lavoratori sarebbero stati
'teleguidati' tramite appositi software "impostati al fine di
massimizzare la produttività".
Ups ora, da quanto si è saputo, verserà la somma contestata
nell'indagine all'Agenzia delle Entrate nel procedimento
amministrativo-tributario. Altre inchieste simili a Milano, con
al centro pure i settori del facchinaggio e della vigilanza
privata, hanno già riguardato diversi colossi di vari settori,
tra cui Dhl, Uber, Lidl, Brt, Geodis, Esselunga, Securitalia e
GS del gruppo Carrefour, solo per citarne alcuni.
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