"La risalita dell'inflazione di
novembre all'1,4% era largamente attesa. Si tratta di effetti di
confronto statistico con il valore dell'indice dello stesso mese
del 2023". E' quanto scrive l'Ufficio Studi di Confcommercio
commentando i dati sull'inflazione a novembre diffusi oggi
dall'Istat.
"L'assenza di apprezzabili impulsi inflazionistici è
testimoniata dalla sequenza delle variazioni congiunturali
negative o nulle negli ultimi tre mesi (da settembre: -0,2, 0,0
e 0,0). Se qualche tensione c'è, essa è confinata alle
componenti volatili, energia e carburanti, e, comunque, non è
d'intensità tale da minare le prospettive di una variazione dei
prezzi che, anche nei prossimi mesi, si manterrà entro i valori
soglia stabiliti dalla Bce".
Secondo Confcommercio, l'inflazione di fondo si conferma nel
mese in lieve diminuzione in termini congiunturali ed entro il
valore del 2% su base annua. "Le dinamiche italiane sono
peraltro ampiamente in linea con quanto rilevato nei Paesi
dell'eurozona tra i quali, da alcuni mesi, si sta consolidando
una tendenza alla convergenza tra i tassi d'inflazione, fenomeno
che potrebbe agevolare la presa di decisioni più nitide in
termini di riduzione dei tassi d'interesse di riferimento".
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