"Tenendo conto delle già
insoddisfacenti prospettive di crescita e delle diffuse
incertezze e fragilità che contraddistinguono lo scenario
internazionale - commenta Confcommercio -, da ultimo la minaccia
dei dazi americani, il problema di trovare lavoratori
qualificati è un lusso che il nostro Paese non si può proprio
permettere".
Secondo la Confederazione, "per favorire l'incrocio fra
domanda ed offerta di lavoro è necessario rafforzare le
politiche attive, con interventi strutturali e trasversali che
puntino all'accrescimento delle competenze, delle capacità e
delle prospettive occupazionali. Le imprese devono, dunque,
essere supportate nella formazione per poter contare su una
forza lavoro qualificata e in possesso delle competenze non solo
tecniche e specialistiche, ma anche di carattere trasversale,
fondamentali per governare il cambiamento. A tal fine è
strategico anche il rafforzamento del legame fra
formazione-istruzione e tessuto produttivo per far emergere i
fabbisogni delle imprese, orientare i giovani accrescendo le
loro motivazioni e offrire opportunità di percorsi di stage,
tirocini e apprendistato che coniugano formazione e lavoro,
favorendo l'occupabilità".
"Anche il ruolo delle parti sociali che firmano i Ccnl è
essenziale. Ad esempio - conclude Confcommercio - nel rinnovo
del Ccnl Terziario, che è il contratto più diffuso in Italia che
riguarda 2 milioni e mezzo di lavoratori del commercio e dei
servizi, è stato svolto un importante lavoro di ristrutturazione
della classificazione del personale proprio per meglio
inquadrare, secondo le istanze del mercato, le professionalità
impiegate nelle aziende che applicano il Ccnl".
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