Secondo la Corte Costituzionale il
meccanismo, per un periodo limitato, riduce progressivamente la
percentuale di indicizzazione di tutte le altre al crescere
degli importi dei trattamenti, in ragione della maggiore
resistenza delle pensioni più elevate rispetto agli effetti
dell'inflazione.
Le scelte del legislatore - per i giudici costituzionali -
risultano coerenti con le finalità di politica economica,
chiaramente emergenti dai lavori preparatori e legittimamente
perseguite, volte a contrastare anche gli effetti di una
improvvisa spinta inflazionistica incidente soprattutto sulle
classi sociali meno abbienti. Delle perdite subite dalle
pensioni non integralmente rivalutate, del resto, il legislatore
potrà tenere conto in caso di eventuali future manovre
sull'indicizzazione dei medesimi trattamenti.
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