Realizzare le dighe di Castrola
(Bologna) e Vetto (Reggio Emilia), che "potrebbero offrire una
capacità complessiva di invaso pari a circa 60 milioni di metri
cubi pari quindi a due volte il deficit noto e pubblicato sul
Piano di Tutela delle Acque del 2005 per le acque sotterranee e
abbondantemente sufficienti per soddisfare qualunque
fabbisogno". Inoltre, realizzare impianti di desalinizzazione
che permetterebbero di produrre acqua potabile, garantire un
alto standard qualitativo e non danneggiare gli ecosistemi.
Sono le due proposte principali di Confindustria
Emilia-Romagna per affrontare l'emergenza idrica sul territorio
regionale: un tema che negli ultimi due anni è passato forse in
secondo piano visto il succedersi delle alluvioni, ma che era
ben presente in precedenza visto il lungo periodo di siccità. Le
proposte sono state presentate oggi, in occasione del convegno
'Verso il nuovo piano di tutela delle acque', convocato a
Bologna dagli industriali.
Sul fronte degli investimenti tra le proposte, "dato l'enorme
fabbisogno necessario all'adeguamento delle infrastrutture", c'è
anche quella di "incentivare il ricorso ai capitali privati,
supportando la finanza di progetto, favorendo la creazione di
strumenti di finanza sostenibile e prevedendo meccanismi
premiali in favore delle imprese che destinano ingenti risorse
nell'ammodernamento degli strumenti di gestione, recupero e
riuso dell'acqua".
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