All'indomani della lunga conversazione con Vladimir Putin, Donald Trump ha sentito anche Volodymyr Zelensky e ostenta ottimismo sulle chance di pace in vista di una ripresa dei colloqui, domenica in Arabia Saudita, e alla luce dello scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev che, tuttavia, si sono accusate a vicenda di attacchi contro obiettivi strategici.
"Siamo sulla buona strada", ha commentato a caldo il presidente americano in un post sul suo social media Truth subito dopo l'"ottima telefonata" di circa un'ora con il leader di Kiev. Per il tycoon le posizioni di Russia e Ucraina sono in fase di allineamento e spetterà ai team tecnici che si incontreranno nei prossimi giorni chiudere il cerchio. Anche Zelensky si è detto soddisfatto del colloquio che ha definito "franco" e "sostanziale". "Abbiamo concordato che l'Ucraina e gli Stati Uniti devono continuare a lavorare insieme per raggiungere una vera fine alla guerra. Crediamo che insieme all'America, al presidente Trump e sotto la guida americana, si possa raggiungere una pace duratura quest'anno", ha scritto su X. I due leader hanno anche "esaminato la situazione nel Kursk" e hanno concordato "di condividere le informazioni tra i loro stati maggiori della difesa man mano che la situazione sul campo di battaglia si evolve".
Al di là degli scambi di cortesia, che comunque sono un notevole passo in avanti rispetto al disastroso incontro nello Studio Ovale di qualche settimana fa, il presidente americano e quello ucraino hanno stabilito alcuni punti fermi, elencati in una lunga nota del dipartimento di Stato americano.
Innanzitutto, Trump si è impegnato ad aiutare Zelensky ad ottenere nuovi sistemi di difesa aerea, in particolare 'Patriot', anche se non direttamente dalle riserve del Pentagono. "Il presidente ha acconsentito a lavorare insieme per aiutare a trovare ciò che è disponibile, soprattutto in Europa", si legge nella nota di Marco Rubio. Un'apertura parziale del presidente americano che ha sempre avvertito di non voler fornire più armi all'Ucraina. In secondo luogo, mentre sembra per il momento sospeso l'accordo sulle terre rare, il commander-in-chief si è proposto di contribuire alla sicurezza di Kiev in un'altra veste, controllando le centrali elettriche e nucleari del Paese. Trump ha affermato che gli Stati Uniti "potrebbero essere molto utili nella gestione di tali impianti con la loro competenza in materia di elettricità e servizi di pubblica utilità". "La proprietà americana di queste centrali rappresenterebbe la migliore protezione per tale infrastruttura e il miglior supporto per l'energia ucraina", si sottolinea nella nota sul colloquio senza tuttavia specificare quale in che modo Washington gestirebbe o acquisterebbe gli impianti. Il tycoon ha anche promesso di "riportare a casa" i bambini ucraini rapiti, un tema che sta molto a cuore a Zelensky e a tutto il suo popolo.
Dal canto suo Kiev ha accettato di porre fine "agli attacchi all'energia e ad altre infrastrutture civili", come chiesto nella proposta russa di tregua parziale. "Gli ucraini vogliono la pace, motivo per cui l'Ucraina ha accettato la proposta di un cessate il fuoco incondizionato" avanzata dagli Stati Uniti la scorsa settimana a Gedda, ha messo in evidenza il leader ucraino. "Continueremo a lavorare per far sì che ciò accada. Riteniamo che tali passi siano necessari per creare la possibilità di preparare un accordo di pace completo durante il cessate il fuoco", ha assicurato.
Tutto questo però è avvenuto sullo sfondo di accuse reciproche di attacchi. Da una parte Mosca ha denunciato di aver respinto cinque offensive delle forze ucraine verso la regione russa di Belgorod e di aver abbattuto 57 droni ucraini su quattro regioni russe e sul Mar d'Azov. Dall'altra Kiev ha accusato le forze russe di aver attaccato con due missili balistici Iskander-M, quattro missili antiaerei S-300 e 145 droni di vario tipo e di aver colpito il sistema elettrico che alimenta le ferrovie nella regione ucraina di Dnipropetrovsk, nel centro del Paese. Mentre il ministero della Difesa russo ha annunciato che lo scambio di 175 prigionieri di guerra per parte, come annunciato dopo la telefonata tra Putin e Trump, è stato concluso con successo. Secondo quanto riferito Mosca ha consegnato a Kiev anche 22 prigionieri di guerra "seriamente feriti" e che "necessitano di cure mediche urgenti come "gesto di buona volontà".
Zelensky, discusso controllo Usa su centrale Zaporizhzhia
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato di aver discusso con Donald Trump della possibilità che gli Stati Uniti controllino solo una centrale nucleare ucraina, quella di Zaporizhzhia. "Abbiamo discusso solo di una centrale elettrica, che si trova sotto occupazione russa", ha affermato il presidente ucraino durante una conferenza stampa dopo la telefonata con il presidente americano.
Zelensky ha poi assicurato di non aver sentito "alcuna pressione" da parte di Trump affinché facesse delle concessioni per arrivare alla pace.
Kallas: 'Non possiamo accettare lo stop alle armi a Kiev'
L'Europa "non può accettare" lo stop del flusso di armi all'Ucraina perché la Russia vuole che Kiev "abbassi la guardia". Lo ha detto l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas parlando ad un gruppo di agenzie internazionali tra cui l'ANSA. "Abbiamo visto quel che è successo con Minsk 1 e 2: se Mosca ottiene il divieto di fornire aiuti militari all'Ucraina sarà libera di continuare perché gli ucraini non potranno difendersi da soli, quindi è chiaro che non può funzionare, non può essere l'accordo", spiega. "La garanzia di sicurezza più forte è un esercito ucraino forte, anche questo è molto chiaro".
"Se si leggono i due resoconti della telefonata, è chiaro che la Russia non vuole fare concessioni. Mi risulta che la Russia abbia detto che ci sono stati colloqui sugli aiuti militari all'Ucraina, mentre Trump dice di no, che questo non è stato discusso". "Ciò dimostra anche che della Russia non ci si può fidare, forse ora lo vedono anche gli americani. Ora è lecito chiedersi cosa succederà", ha aggiunto.
Vertici Ue, 'pace sia giusta, fermi nel sostegno a Kiev'
"Una pace completa, giusta e duratura per l'Ucraina deve essere il risultato di questa terribile guerra. Ci auguriamo che la telefonata di ieri rappresenti un progresso in questa direzione. Rimaniamo fermi nel nostro sostegno all'Ucraina". Lo scrivono in un tweet i vertici dell'Ue, Ursula von der Leyen e Antonio Costa.
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