Scuole, ospedali e
abitazioni, nelle favelas di Rio de Janeiro, possono essere
utilizzate come basi strategiche 'improvvisate' per operazioni
di polizia. La disposizione è parte di un'articolata decisione
della Corte suprema brasiliana, chiamata a stabilire nuove
regole di ingaggio nel tentativo di limitare la violenza degli
scontri nelle comunità carioca.
La sentenza approvata di recente all'unanimità dai magistrati
del tribunale supremo ribalta gran parte delle decisioni
adottate d'urgenza dal giudice Edson Fachin che nel 2020, di
fronte alla crescita allarmante del numero di vittime durante i
blitz, aveva accolto un ricorso del Partito socialista
brasiliano (Psb) vietando incursioni senza preavviso, utilizzo
di elicotteri da combattimento e occupazioni di istituti
scolastici e centri medici durante i conflitti a fuoco.
"Quella decisione di Fachin prevedeva un minimo di
razionalità per gli interventi violenti della polizia nelle
comunità, dove dopo anni di queste operazioni letali non è mai
migliorato alcun indice di sicurezza né diminuita la vendita di
droga", afferma la criminologa dell'Università statale di Rio de
Janeiro, Vera Malaguti. La misura in effetti aveva portato a una
riduzione della letalità della polizia. I morti nel corso di
interventi della polizia sono gradualmente diminuiti: 1.354 nel
2021, 1.330 nel 2022, 871 nel 2023 e 699 nel 2024, mostrano il
trend di calo nei primi mesi del 2025. "Considerato il risultato
finale, la decisione collegiale rappresenta un passo indietro",
aggiunge Malaguti.
"Con le nuove disposizioni, la Corte suprema di fatto afferma
"che la legge brasiliana per chi vive nelle favelas è differente
rispetto a chi vive fuori", osserva la direttrice esecutiva
dell'Istituto Fogo Cruzado, Cecilia Olliveira.
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