"Nessuno dei roghi" che
devastano da giorni la vegetazione del Brasile "è causato da
eventi naturali", "c'è gente che appicca incendi in Amazzonia,
nel Pantanal e nello stato di San Paolo". Lo ha detto il
presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva nel corso di una
visita al Centro nazionale per la prevenzione e la lotta agli
incendi boschivi, al termine di cui ha chiesto alla Polizia
federale di aprire un'inchiesta per risalire ai responsabili
delle azioni criminali.
Per la ministra dell'Ambiente Marina Silva - che ha
accompagnato Lula - le alte temperature, la prolungata siccità e
i forti venti avrebbero favorito le "azioni intenzionali" di
piromani su cui "stiamo investigando in queste ore".
L'arresto dei primi tre sospettati di aver appiccato incendi
è stato intanto confermati dal governatore di San Paolo,
Tarcisio de Freitas. Lo stato più popoloso del Paese è quello
dove infatti la situazione resta maggiormente preoccupante:
20mila ettari di vegetazione sono andati in fumo nelle ultime 48
ore a causa dei 2.621 incendi registrati, pari al 50% dei 5.278
roghi dell'intero 2024. La crisi riguarda almeno 48 municipi che
hanno già dichiarato lo stato di calamità. Oltre 800 persone
sono state costrette ad abbandonare le proprie case, molte
strade e autostrade sono ancora intransitabili e a causa delle
difficoltà nella visibilità per la fitta coltre di fumo numerosi
voli sono stati cancellati. Oggi le scuole resteranno chiuse in
molte città.
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