Alla vigilia del Giorno
della Memoria, papa Francesco lancia il suo forte richiamo
affinché l'"orrore" della Shoah non sia mai "né dimenticato né
negato". E fa appello a una collaborazione collettiva per
"debellare la piaga dell'antisemitismo".
"Guerre, ingiustizie, dolore, morte non avranno l'ultima
parola", dice dapprima il Pontefice nella messa in San Pietro
per la Domenica della Parola di Dio, che conclude anche il
Giubileo della Comunicazione, cui hanno partecipato in tre
giorni comunicatori e giornalisti di tutto il mondo.
"Domani ricorre la Giornata Internazionale di Commemorazione
in memoria delle vittime dell'Olocausto: ottant'anni dalla
liberazione del Campo di concentramento di Auschwitz", ricorda
quindi il Pontefice all'Angelus. "L'orrore dello sterminio di
milioni di persone ebree e di altre fedi avvenuto in quegli anni
non può essere né dimenticato né negato", afferma.
"Ricordiamo anche tanti cristiani, tra i quali numerosi
martiri", prosegue Francesco, che rinnova il suo appello
"affinché tutti collaborino a debellare la piaga
dell'antisemitismo, insieme ad ogni forma di discriminazione e
persecuzione religiosa". "Costruiamo insieme un mondo più
fraterno, più giusto, educando i giovani ad avere un cuore
aperto a tutti, nella logica della fraternità, del perdono e
della pace", è la sua esortazione.
Bergoglio vuol ricordare anche "la brava poetessa ungherese
Edith Bruck, che abita a Roma. Lei ha sofferto tutto questo.
Oggi, se volete, potete ascoltarla nel programma 'Che tempo che
fa'. È una brava donna".
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