Un decreto per rendere operativi i centri in Albania. Il governo è deciso a non sospendere gli accordi con Tirana e, anzi, per consentire il trattenimento dei migranti starebbe valutando di rilanciare con un nuovo provvedimento, probabilmente un decreto legge. A parlarne, in un'intervista, è il ministro Tommaso Foti, esponente di spicco di FdI: "Valuteremo se intervenire prima della sentenza" della Corte di giustizia europea, che potrebbe arrivare non prima di marzo.
Di certo, in un momento in cui sembrano aprirsi spiragli di dialogo tra governo e magistrati, una mossa del genere non sarebbe un buon viatico per una nuova stagione dei rapporti con l'Anm. E lo sanno bene le opposizioni, che attaccano a testa bassa: "Perseverare è diabolico - dice il Pd per voce di Simona Bonafè -, il governo fermi questa follia istituzionale che sta creando uno scontro tra poteri senza precedenti e uno spreco di risorse". Chiudere "questa pagina vergognosa, scusarsi e devolvere gli 800 milioni di euro destinati ad un centro inumano e inutile a sanità e sicurezza", la richiesta del responsabile politiche migratorie del Nazareno Pierfrancesco Majorino.
A puntare il dito sono anche Avs e Più Europa. "Si sono ormai cacciati in un pasticcio, per uscirne rinuncino 'all'avventura albanese' e smettano di sperperare i soldi degli italiani", afferma Filiberto Zaratti. "Non gli sono bastate le pronunce dei tribunali di ogni ordine e grado a dire che è una procedura illegittima? Errare umano, perseverare è meloniano", punge Riccardo Magi nel giorno della sua conferma a segretario di +Europa. Ma nel partito di Giorgia Meloni non ci stanno ad essere etichettati come pasticcioni. "Sui centri in Albania andiamo avanti - annuncia la vice capogruppo di FdI alla Camera, Augusta Montaruli -. L'accordo, del resto, è un modello che fa scuola in Europa con gli Stati membri, i quali stanno assumendo la posizione italiana, ad iniziare dalla presidente Ue Ursula von der Leyen. La follia è stata quella del centrosinistra, che per anni non ha governato l'immigrazione incontrollata. Le opposizioni si rassegnino".
L'iniziativa però non appare destinata a essere discussa a breve in una riunione del Consiglio dei ministri. Di certo l'idea è in campo da diversi giorni: era infatti già emersa l'intenzione di una norma specifica per evitare che nelle Corti d'appello (titolari della convalida dei trattenimenti) si possano trasferire i magistrati delle 'sezioni immigrazione': ovvero gli stessi giudici che finora hanno sempre bocciato le richieste di convalida dei trattenimenti in Albania. Se così fosse, il provvedimento potrebbe diventare il nuovo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione. Aggiungendosi a diversi fronti caldissimi: dal caso Santanchè ad Almasri fino a Paragon. Stretta tra le critiche del centrosinistra, la premier deve sciogliere anche i nodi della sua coalizione. Da ultimo, la battaglia della Lega per una nuova rottamazione delle cartelle, che rappresenti un intervento "definitivo" di "tranquillità fiscale".
Il viceministro di FdI Maurizio Leo, artefice della riforma fiscale, nei giorni scorsi si è mostrato cauto facendo capire che prima toccherebbe individuare le risorse, ma in giornata il leader leghista Matteo Salvini è tornato ad incalzare: "Pace fiscale e rottamazione di tutte le cartelle esattoriali: 120 rate tutte uguali in dieci anni, senza sanzioni e interessi, per aiutare milioni di italiani onesti in difficoltà". Da Forza Italia, Maurizio Gasparri, pur dicendosi "favorevole alla rottamazione delle cartelle con una lunga rateizzazione" tiene a precisare che la priorità è "anche la riduzione dell'Irpef dal 35 al 33 per cento per i redditi fino a 60mila euro".
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