"Un provvedimento che contestiamo sia
nel merito, sia nelle tempistiche". Così il presidente
dell'associazione italiana calciatori, Umberto Calcagno,
intervenuto oggi in audizione alla Commissione Ambiente della
Camera, nell'ambito dell'esame del disegno di legge di
conversione del decreto 29 giugno 2024, n. 89 relativo alla
proroga del vincolo sportivo. "La data di pubblicazione è del 29
giugno scorso - ha sottolineato Calcagno - un giorno prima della
fine della stagione sportiva, con migliaia di nostri associati e
associate che avevano già programmato il futuro e si sono
improvvisamente ritrovati vincolati per un'altra stagione.
Questo provvedimento non solo ha illegittimamente prorogato un
istituto che era stato cancellato dal decreto n.36, ma non ha
tenuto conto di alcuni profili della norma vigente da un anno;
oggi abbiamo dei "lavoratori e lavoratrici sportivi" che
svolgono la loro attività nei due ambiti, professionistico e
dilettantistico, e questo provvedimento crea una situazione
paradossale con evidenti storture a livello lavoristico per chi
aveva sottoscritto in costanza di tesseramento un contratto
annuale e si ritrova vincolato a titolo gratuito".
"La proroga del vincolo poco ha a che fare con la tutela dei
vivai come si vorrebbe far credere, tanto più che la norma è
applicata indiscriminatamente, senza limiti di età - ha
proseguito il presidente Aic - in un decreto Infrastrutture,
avrebbero potuto esserci modalità differenti per agevolare
l'attività giovanile, verso un mondo che aveva chiaramente
chiesto agevolazioni fiscali per gli investimenti
sull'impiantistica utilizzata dai vivai, per agevolare la
finanza privata a beneficio dei territori".
"Speriamo che in sede di conversione possano essere apportate
alcune modifiche limitative del provvedimento - ha concluso
Calcagno - per scongiurare anche il rischio di un enorme
contenzioso su una norma che ha evidenti profili di
incostituzionalità".
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