"Giocherò per vincere" aveva detto Matteo Arnaldi alla vigilia della sfida contro il suo idolo d'infanzia Novak Djokovic (n.5 Atp) e così è stato in una sfida dove l'azzurro non ha mostrato nessun timore reverenziale. Autore di una prestazione straordinaria, il ligure (n. 44) ha chiuso la partita con un secco 6-3, 6-4, ritrovandosi a fare quasi costantemente corsa di testa e perdendo solo una volta il servizio a fronte dei tre break messi a segno. Domenica potrà giocarsi le sue chance di qualificazione agli ottavi contro il bosniaco Damir Dzumhur.
E' cominciato nel migliore dei modi anche il torneo di Lorenzo Musetti, che potrebbe entrare nella top 10 proprio alla vigilia degli Internazionali d'Italia. Il carrarino ha esordito superando agevolmente l'argentino Tomas Etcheverry per 7-6 6-2 e ora al terzo turno troverà il greco Stefanos Tsitsipas, n.18 del ranking, che ha battuto in rimonta per 3-6, 6-4, 6-3 il tedesco Jan Lennard Struff. Fuorì, invece, Lorenzo Sonego che ha ceduto in due set, 6-2, 6-3, all'australiano Alex de Minaur (n.7 Atp). Tornando ad Arnaldi, il momento chiave è stato tra il settimo e l'ottavo game del primo set, quando ha prima ottenuto il break e ha poi recuperato da 0-40 nel gioco successivo. Si è imposto innanzitutto dal punto di vista mentale e fisico, l'azzurro, portando a casa il 71% dei punti giocati con la prima di servizio, arrivata in suo soccorso nei frangenti più caldi della partita. Positivo anche il saldo tra vincenti ed errori gratuiti, 21-18. Djokovic lo ha accolto con un sorriso e un abbraccio caloroso a rete, conscio dell'importanza che la sua figura ha rivestito per l'Arnaldi ragazzino e tifoso, sin dal 2011. "Giocare e battere Djokovic è un sogno che si avvera - ammette Arnaldi alla fine del match - Ero felice solo di poterlo affrontare, lui è sempre stato il mio idolo ma non ci avevo mai giocato; ci eravamo solo allenati una volta. Poter scendere in campo contro di lui in uno stadio come il Manolo Santana era già una vittoria per me. Batterlo, poi, è incredibile, anche se Djokovic non è al meglio adesso". A inizio match, ha svelato l'azzurro "ho provato solo a non farmela sotto. Era la prima volta che entravo in questo stadio, dove non mi ero mai nemmeno allenato. Ho provato ad allungare gli scambi, a farlo sbagliare un po'.
E' stata una partita difficile, mi ha aiutato aver fatto subito il break. Certo, ho subito il contro-break ma mi sono sciolto. Sono stato molto bravo a tenere il game sul 2-2 da lì mi sono sentito più tranquillo e la tensione è andata calando". Ed è arrivata per lui la seconda vittoria in carriera contro un Top 10, dopo quella ottenuta sempre a Madrid, contro Casper Ruud due anni fa. Vittoria cui fanno da contraltare le parole che sanno di addio vicino al tennis per Djokovic: "Qui a Madrid speravo di poter giocare una partita in più che a Montecarlo. Devo dire che è una realtà nuova per me, cercare di vincere una partita o due, senza pensare ad andare lontano nel torneo. Una sensazione dl tutto diversa da quella che ho provato in oltre 20 anni di tennis", ha spiegato il serbo. "E una specie di sfida mentale affrontare questo tipo di sensazioni in campo - ha proseguito Nole -, uscendo presto regolarmente nei tornei. Ma questo è, immagino, il cerchio della vita e della carriera, alla fine prima o poi sarebbe successo. Ora sto cercando di usare questo come forza trainante per il futuro. Ovviamente i tornei del Grande Slam, l'ho detto molte volte, sono i più importanti per me. Il che non significa che non voglia vincere qui, certo che lo volevo, ma gli Slam sono dove voglio davvero giocare il miglior tennis. Non so se riuscirò a farlo al Roland Garros, ma farò del mio meglio", ha concluso.
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