Nuova battuta d'arresto nella
lunga e intricata vicenda giudiziaria dei fratelli Lyle ed Erik
Menéndez, tornata alla ribalta grazie a una serie Netflix con
Chloe Sevigny e Javier Bardem. I due rampolli di Beverly Hills
che uccisero i genitori nell'agosto del 1989 dovranno aspettare
ancora per sapere se la sentenza all'ergastolo ricevuta nel 1996
potrà essere rivista ed eventualmente mitigata.
L'udienza che poteva aprir loro la via della libertà
vigilata, dopo 35 anni di carcere, è stata sospesa a seguito di
un'accesa disputa tra pm e difensori sull'ammissibilità di una
valutazione dell'attuale pericolosità sociale dei due uomini. Il
giudice di Van Nuys, a Los Angeles, ha aggiornato l'aula al 9
maggio, provocando la delusione dei familiari che lottano per la
libertà dei due fratelli, sostenendo che uccisero dopo decenni
di abusi e che oggi siano completamente riabilitati.
D'accordo con loro, l'ex procuratore distrettuale Jorge
Gascón ha avviato l'iter per la revisione della sentenza sul
finire del 2024, facendo riferimento alla legge californiana che
prevede pene ridotte per chi commette un delitto quando ha meno
di 26 anni. Il nuovo capo della procura, il conservatore Nathan
Hochman, si oppone però al rilascio, argomentando che i due non
si sono assunti la piena responsabilità del duplice omicidio.
Proprio Hochman ha chiesto di aspettare la perizia statale
provocando lo stallo dell'udienza di giovedì. I difensori sono
contrari, perché la valutazione non sarà pronta fino a giugno e
riguarda tutto un altro procedimento: quello avviato dal
governatore democratico Gavin Newsom per valutare se concedere
la grazia ai due uomini, che oggi hanno 57 e 54 anni e hanno
passato più della metà della loro vita dietro le sbarre. Il 9
maggio il giudice stabilirà se aspettare questa perizia o
procedere intanto in tribunale.
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