Obbligati in classe - dove sono rientrati oggi dopo la pausa pasquale e il ponte del 25 aprile - ad ottemperare ad un minuto di silenzio per la morte di papa Francesco, senza nessuna possibilità di sottrarsi. Anzi, chi ha sollevato la questione e ha chiesto di non parteciparvi, non solo non è stato ascoltato ma è stato redarguito e gli è stato detto che avrebbe dovuto sentirsi coinvolto nel ricordo del Papa cattolico. E' accaduto stamattina in alcune scuole italiane e a renderlo noto è stata l'Aduc che ora prepara una denuncia nei confronti del ministero dell'Istruzione e del merito per "abuso di potere", proprio in riferimento alla circolare che prevedeva di osservare nelle scuole di ogni ordine e grado un minuto di silenzio per la morte del papa il 26 aprile, giorno del funerale, o oggi.
"Da alcune notizie che ci sono pervenute, purtroppo è accaduto quanto non avremmo voluto accadesse - sottolinea il presidente Aduc Vincenzo Donvito Maxia -: obbligo con nessuna possibilità di non ottemperarvi. Questo nella scuola dove si può essere esentati dall'ora di religione cattolica". Intanto, il ministro Valditara in queste ore ha diramato alle scuole un'altra circolare nella quale va incontro agli studenti: chiede infatti uno stop alle troppe verifiche nello stesso giorno e ai compiti inseriti all'ultimo dai docenti nel registro elettronico. Inoltre, suggerisce che tutti gli alunni, anche i più grandi, appuntino i compiti nel diario.
Sulla vicenda del minuto di silenzio per la morte del pontefice è intervenuta l'Unione degli atei e degli agnostici. "Il lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi, anche se il calendario scolastico era terminato in quasi tutte le classi - osserva - non portò all'interruzione delle lezioni per il minuto di silenzio. Le scuole si fermarono simbolicamente per l'omicidio di Giulia Cecchettin, anche in assenza del lutto nazionale. Ma ci si trovava di fronte a una giovane uscita dalla scuola da pochi anni e il minuto di silenzio era esteso a tutte le donne vittime di violenza. Un caso ben diverso dalla morte naturale, considerata l'età, di un capo religioso".
Nella circolare ministeriale che attua disposizioni della presidenza del Consiglio si prevedeva inoltre, sabato, giorno delle esequie, "l'esposizione a mezz'asta delle bandiere nazionale ed europea sugli edifici pubblici dell'intero territorio nazionale, lo svolgimento di tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio e consono alla circostanza" e, appunto, un minuto di raccoglimento alle ore 10.00 nel giorno dei funerali in tutti gli uffici pubblici e nelle scuole, dalle materne alle elementari, se aperte, oppure nel primo giorno di apertura dopo le esequie, quindi oggi. Gli italiani sono sempre meno praticanti e secondo dati recenti sempre più studenti rinunciano all'ora di religione a scuola: nell'anno scolastico 2023-24 si è raggiunta la cifra record di 1 milione e 164mila studenti che si sono avvalsi della facoltà di fare altro, con un aumento pari a 68mila unità rispetto alla precedente rilevazione.
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