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Temi caldi
In collaborazione con Sanità e politiche sociali
"La scelta di costituire un ente
pubblico economico che applica il contratto pubblico regionale
per i propri dipendenti è stata effettuata proprio per
salvaguardare - e se possibile potenziare - l'attuale livello
occupazionale garantito dalla Società di servizi. Infatti,
questa tipologia di ente prevede le procedure più snelle e
legittime di selezione per ricoprire potenzialmente tutte le
posizioni attualmente occupate presso la Società di servizi, e
dall'altro di garantire un trattamento economico e giuridico
equiparabile a quello dei dipendenti pubblici". Così l'assessore
alle Politiche sociali, Carlo Marzi, dopo l'interrogazione a
risposta immediata di Andrea Manfrin, capogruppo Lega, sulla
questione dei livelli occupazionali della Società di servizi.
Manfrin ha riferito che "lo studio sulla costituzione di un
nuovo ente strumentale regionale per la gestione dei servizi
alla persona, presentato in quinta Commissione il 18 febbraio"
proponeva che "il personale dell'attuale Società di servizi non
transitasse automaticamente in questa nuova società ma dovesse
sostenere una nuova selezione aperta anche all'esterno". Marzi
ha aggiunto: "Abbiamo strutturato un modello - in corso di
valutazione - per migliorare la situazione dei lavoratori della
Società di Servizi da tutti i punti di vista: garanzie, redditi,
stabilità, prospettive di crescita, formazione e
professionalità, premialità. Non vogliamo lasciare nessuno né
indietro né solo".
Rispondendo a un'altra interrogazione sul tema, del gruppo
Pcp, Marzi ha spiegato che il governo regionale "ha intenzione
di predisporre un disegno di legge con tre finalità specifiche:
portare la politica valdostana a fare programmazione e non
gestione dei servizi resi alle persone; proporre una soluzione
comune tra Regione e Enti locali per affrontare i problemi
gestionali che stiamo incontrando per il reclutamento, la
gestione e la valorizzazione del personale; superare la
questione che attanaglia i dipendenti della Società di servizi
che svolgono lo stesso lavoro di alcuni loro colleghi ma non
hanno gli stessi emolumenti, le stesse garanzie e le stesse
prospettive professionali". "Al momento - ha detto Erika
Guichardaz, capogruppo Pcp - ci sono state presentate solo delle
slides e non l'intero studio che forse potrà dipanare i tanti
dubbi che abbiamo già espresso in Commissione. Condividiamo però
le criticità espresse dai sindacati, ed in particolare dalla
Uil, che speriamo vengano fugate una volta approfondita la
questione con l'analisi della documentazione".
In collaborazione con Sanità e politiche sociali
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