Le t-shirt, le divise da boyscout, i calzoncini corti e gli zaini in spalla. Piazza San Pietro si tinge di mille colori per il Giubileo degli adolescenti, il primo vero grande evento dalla morte di papa Francesco. L'austerità dei funerali di ieri ha lasciato spazio alla dirompenza dei 200 mila ragazzi e ragazze arrivati da ogni angolo del mondo non solo per celebrare la loro 'festa' ma anche per rendere l'ultimo omaggio a Bergoglio partecipando alla seconda messa dei novendiali. "Era uno di noi, la nostra bussola", ripetono mentre attraversano, come un fiume in piena, via della Conciliazione.
I "ribelli", come li aveva affettuosamente chiamati il Pontefice, hanno abbracciato il loro Papa facendo "rumore" - quello tanto caro a Bergoglio - con il sorriso e la gioia raccogliendosi in preghiera non solo a piazza San Pietro, ma anche nella basilica di Santa Maria Maggiore, assieme alle altre decine di migliaia di fedeli giunte all'Esquilino per visitare il sepolcro. Un omaggio proprio nel giorno in cui spunta fuori un video inedito del Papa - datato gennaio 2025 - diretto proprio ai giovani. "Cari ragazzi e ragazze - dice guardando nella telecamera del telefonino, in abiti informali e senza neanche lo zuccotto in testa -, una delle cose molto importanti nella vita è ascoltare, imparare ad ascoltare. Quando una persona ti parla, aspettare che finisca per capirla bene e, poi, se me la sento dire qualcosa. Ma l'importante è ascoltare".
E poi, il rituale invito a "non dimenticare i nonni, che ci insegnano tanto". A loro, agli adolescenti, si è rivolto anche lo stesso Parolin dall'altare di piazza San Pietro. "La gioia pasquale, che ci sostiene nell'ora della prova e della tristezza, oggi è qualcosa che si può quasi toccare in questa piazza - le sue parole -; la si vede impressa soprattutto nei vostri volti, cari ragazzi e adolescenti che siete venuti da tutto il mondo a celebrare il Giubileo". "A voi rivolgo un saluto speciale, che rivolgo pure ai vescovi che vi hanno accompagnato, ai sacerdoti, ai catechisti, col desiderio di farvi sentire l'abbraccio della Chiesa e l'affetto di Papa Francesco, che avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi", ha concluso. Tra selfie, foto di gruppo e tanti striscioni con scritto 'Grazie Francesco', gli adolescenti si godono il sole di Roma e l'opportunità di essere stati in qualche modo parte della Storia. "Sappiamo vivere il dolore anche con il sorriso - dice una boyscout - e custodire quello che ci ha regalato questo Papa". "Francesco è stato un grande ammiratore di noi giovani - spiega una ragazzina - ci ha sempre spronato ad andare avanti, a rialzarci dopo le cadute. Alla Gmg ci disse di non guardare le persone dall'alto in basso a meno che non sia per aiutarle a rialzarsi". "L'impegno che dovremmo far nostro ora - aggiunge un altro ragazzo - è quell'invito che ci ha fatto il Papa, unirci attraverso la preghiera ricordandoci che nessuno si salva da solo".
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