Ordini congelati. I vini della
Valpolicella sono imballati e pronti per la spedizione negli
Stati Uniti, ma sono fermi nelle cantine in attesa di capire se
ci saranno o meno gli ipotetici dazi del 200% annunciati da
Donald Trump. Gli importatori, infatti, non si fidano a mettere
i container sulle navi, con il rischio che la merce arrivi a
destinazione quando il prezzo delle bottiglie sarà cambiato.
"Gli ordini dagli Usa di gennaio e febbraio pre Vinitaly sono
quasi tutti fermi - conferma Piergiovanni Ferrarese, membro di
giunta di Confagricoltura Verona e presidente nazionale della
sezione vino dei Giovani di Confagricoltura -. Le cantine della
Valpolicella hanno ricevuto il cosiddetto approntamento, cioè la
richiesta di evadere ordini, e perciò abbiamo proceduto alla
preparazione dei bancali e all'etichettatura. Ma gli importatori
non si fidano a procedere nello scenario di incertezza sui dazi.
Dazi che, al momento, si vocifera essere confermati al 200% e
andrebbero a colpire soprattutto la fascia dei prodotti entry
level, cioè Valpolicella Classico e Superiore, e in secondo
ordine il Ripasso. L'Amarone, essendo destinato a un consumatore
di fascia alta, avrà probabilmente meno ripercussioni. Il
problema è che gli importatori eseguono ordini misti, componendo
bancali con vini di ogni tipologia e fascia. Perciò, al momento,
è tutto fermo".
Gli Usa, con quasi 600 milioni di euro, rappresentano il 20%
dei 2,8 miliardi di export vinicolo in Veneto (dati 2023 di
Veneto Agricoltura). Il giro d'affari della Valpolicella vale
circa 700 milioni di euro, di cui l'11% dall'export negli Stati
Uniti.
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