Agli scontri "anti lockdown"
scoppiati nell'ottobre 2020 a Napoli, c'è pure chi vi ha
partecipato malgrado fosse in isolamento fiduciario come
previsto, all'epoca, dalle misure di contenimento contro il
Covid-19. E' il caso di Gennaro Grosso, capo tifoso ultras del
gruppo Masseria, indagato per la vicenda della statua
commemorativa di Diego Armando Maradona insieme con gli ex
assessori del Comune di Napoli Eleonora De Majo e Ciro
Borriello, rispettivamente alla Cultura e allo Sport, e ad
Egidio Giordano, ex assessore della terza municipalità. La
Digos, la Squadra Mobile, il Ros e il Nucleo Investigativo dei
Carabinieri di Napoli, coordinati dalla Procura, gli contestano
il concorso nella turbativa del procedimento amministrativo per
la scelta del contraente per la realizzazione di una statua
commemorativa di Maradona e anche la turbativa della gara per
l'aggiudicazione, fondata si un crowdfunding per il pagamento
delle spese del processo e dell'opera da commissionare.
Inizialmente, come emerso dalle indagini, la statua del campione
argentino avrebbe dovuto sostituire quella di Giuseppe
Garibaldi, nell'omonima piazza di Napoli. Grosso, secondo la
Procura, vantava di avere contatti diretti con gli ex assessori
De Majo, Borriello e Giovanni Pagano (a quest'ultimo non è stato
notificato un avviso di conclusione indagine) con i quali si
interfacciava per la gestione delle vicende collegate alle
attività degli ultras "e per determinare gli esiti
dell'iniziativa del Comune riguardante la statua commemorativa
di Diego Maradona".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA