Ogni anno oltre 100.000 decessi per
cancro in Europa sono legati all'esposizione professionale a
sostanze pericolose. Il cancro è diventato la prima causa di
morte legata al lavoro in UE: i professionisti sanitari sono tra
le categorie più esposte, con un rischio del 10% in più di
sviluppare leucemie e tumori solidi rispetto alla popolazione
generale. Gli infermieri esposti a farmaci pericolosi hanno
rischio triplo di sviluppare tumori rispetto al resto degli
altri professionisti sanitari; le donne un rischio di aborto
spontaneo raddoppiato. Sono i dati dell'ETUI - Istituto
Sindacale Europeo riportati dal Nursing Up. In Europa si stima
che siano oltre 12,7 milioni i professionisti sanitari
potenzialmente esposti, di cui 7,3 milioni infermieri. Tra
questi, si registra un aumento del 50% del rischio di leucemia
tra i gruppi che operano in ambienti con scarse protezioni.
Al primo posto per rischio ci sono i professionisti sanitari
che lavorano nei reparti oncologici. L'esposizione professionale
avviene soprattutto dove si maneggiano farmaci antineoplastici,
ma anche in reumatologia, dermatologia e chirurgia. "Lavorare
con questi farmaci senza protezione adeguata significa mettere a
rischio la propria salute", dichiara il Nursing Up. Una recente
comunicazione della Commissione Europea di poche settimane fa ha
aggiornato l'elenco dei medicinali pericolosi nei luoghi di
lavoro, a completamento della Guida UE per la gestione sicura.
"Serve una svolta radicale. Il rischio chimico nei luoghi di
cura è ancora fin troppo sottovalutato", sottolinea il
sindacato. Per ridurre l'esposizione, la Commissione Europea
raccomanda l'utilizzo obbligatorio di guanti, occhiali,
mascherine, camici impermeabili; dispositivi tecnologici che
impediscono la dispersione di sostanze pericolose durante
preparazione e somministrazione, proteggendo operatori e
pazienti. Tuttavia, in molti Paesi UE, questi strumenti non sono
ancora obbligatori, e spesso mancano anche formazione e
sorveglianza sanitaria.
Il sindacato chiede il recepimento urgente delle linee guida
UE da parte del governo italiano; l'introduzione obbligatoria
dei dispositivi di protezione in tutti i reparti a rischio; la
formazione per tutto il personale sanitario. Inoltre chiede la
sorveglianza sanitaria attiva e il riconoscimento ufficiale
delle patologie da esposizione a farmaci pericolosi come
malattie professionali.
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