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Torna "Grani Futuri" per trasmettere la cultura del pane buono

Torna "Grani Futuri" per trasmettere la cultura del pane buono

A San Marco in Lamis tra antichi mulini e masserie, passeggiate 'nordic walking' e 'déjeuner sur l'herbe'

BARI, 05 giugno 2019, 17:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cuochi e fornai del Movimento internazionale del Pane sono attesi il 15 e 16 giugno a San Marco in Lamis e Rignano Garganico, nel Foggiano, per Grani Futuri, terza edizione dell'evento che, per l'edizione 2019, parla "Di pane e di terra" nella stagione della raccolta del grano. La due giorni prevede un programma di dibattiti e confronti tra cuochi e fornai, degustazioni di piatti a base di pane, esplorazione dei luoghi intorno a San Marco come antichi mulini e masserie, passeggiate 'nordic walking' e 'déjeuner sur l'herbe', con l'intento di trasmettere la cultura del pane buono come fatto consueto e quotidiano, privato e comunitario insieme.

La cultura della panificazione passa dalla terra e dalle sementi di grano, alle tecniche di molitura, selezione delle farine e modalità di impasto, lievito, cottura e conservazione. Il tutto, spiega Grani Futuri, in undici gesti, quelli scanditi nel Manifesto futurista del pane, che elenca le buone pratiche nell'intero ciclo produttivo. Il ricavato della cena conclusiva - a Masseria Paglicci la sera del 16 giugno, messa in tavola dai grandi cuochi che aderiscono al movimento - sarà destinato alla creazione di laboratori del pane per i piccoli pazienti del reparto di Oncologia pediatrica della Casa sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. La cena è dedicata al 'Panenutrice', "un lemma di nuovo conio che speriamo entri nel linguaggio comune" - spiega l'ideatore e promotore di Grani Futuri, Antonio Cera, economista e panificatore - "ovvero una parola che unisce in sé gli archetipi maschile e femmineo, immagine e simbolo di un ciclo vitale che parte dalla terra e feconda e innesca la vita".

Il primo giorno è a San Marco in Lamis, terra di pane e di acqua: nelle architetture originarie ciascuna delle abitazioni del centro storico era dotata di pozzo e molte lo sono ancora, con molti mulini e che fino agli anni Cinquanta contava 22 forni comuni, un autentico primato. È qui che cuochi e panettieri in arrivo anche dall'Olanda, dall'India e dall'America invaderanno le strade. La seconda giornata è a Masseria Paglicci di Rignano Garganico, esempio di architettura rurale dove dimora una delle ultime mandrie di mucche podoliche custodite dall'allevatore Giuseppe Bramante.

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