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Professore col 'doppio lavoro', condanna da 169mila euro

Professore col 'doppio lavoro', condanna da 169mila euro

La decisione in appello della Corte dei conti

BOLOGNA, 27 luglio 2023, 12:35

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dovrà risarcire l'Università di Bologna con quasi 169mila euro euro per i compensi percepiti nell'arco di 17 anni, dal 1997 al 2014, legati a impieghi extra-accademici svolti senza autorizzazione: lo ha deciso la Corte dei conti che in appello ha ridotto la somma da pagare a cui era stato condannato in primo grado un docente di Ingegneria dell'Alma Mater, ora 79enne, finito a giudizio contabile per il 'doppio lavoro'.
    Nel 2016 la Guardia di Finanza segnalò alla Procura della Corte dei conti dell'Emilia-Romagna alcuni casi di professori universitari che svolgevano prestazioni libero-professionali onerose in regime di incompatibilità assoluta. Al docente di Ingegneria, in particolare, la Procura contestò un danno erariale di 367mila euro, per il mancato riversamento dei compensi, nell'ambito di un'attività libero-professionale non autorizzata né oggetto di preventiva comunicazione. La sezione giurisdizionale della Corte dell'Emilia-Romagna (presidente estensore Marcovalerio Pozzato) a novembre 2021 ha condannato il docente, difeso dagli avvocati Giacomo Graziosi e Camilla Mancuso, a risarcire una cifra di 293.656 (con riduzione del 20% sulla contestazione), riconoscendo la modalità tutt'altro che occasionale dell'attività lavorativa 'parallela', dalla quale il professore ha ricavato significativi compensi. Inoltre, secondo i giudici, l'apertura della partita Iva, il suo mantenimento e il rilevantissimo volume di attività connessa costituiscono "manifesti indizi della consapevole volontà del docente" di affiancare alla docenza universitaria un lucroso volume di lavoro autonomo.
    In secondo grado, concluso nelle scorse settimane, la seconda sezione giurisdizionale centrale d'appello (presidente Rita Loreto, consigliere relatore Ida Contino) ha confermato la condotta antigiuridica del professore per un'attività extraistituzionale incompatibile con lo status di pubblico dipendente, ma ha valutato che l'appello dei difensori fosse in parte fondato in relazione agli incarichi di consulenza tecnica d'ufficio: è stata quindi detratto l'importo di circa 115mila euro, corrispondente ai compensi percepiti per le ctu.
   

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