"Quello che cerchiamo di fare
con il Dsa (legge sui servizi digitali) è fare in modo che i
giganti tech non sfuggano alle loro responsabilità. Lo abbiamo
fatto, a mio parere, in modo intelligente perché, specie
riguardo ai social media, volevamo assicurarci di non
compromettere la libertà di espressione. Ma allo stesso tempo,
volevamo chiarire che le grandi piattaforme online hanno una
responsabilità particolare, non per i contenuti che ciascuno di
noi pubblica, ma per il modo in cui utilizzano i post che
pubblichiamo, e quindi sono responsabili degli algoritmi e
dell'impatto degli algoritmi". Lo ha detto la vicepresidente del
Parlamento europeo Christel Schaldemose, a capo del Gruppo di
lavoro sull'attuazione della legge sui servizi digitali (Dsa)
dell'Eurocamera, in conferenza stampa da Strasburgo. L'ex
relatrice del Parlamento europeo del Dsa ha espresso
soddisfazione per l'intervento della Commissione per garantire
l'attuazione della legge, definendo "positivo" il fatto che
abbiano aperto diverse indagini su X, Meta e TikTok, e si siano
impegnati a raddoppiare il personale dedicato. "Tuttavia - ha
ammesso - penso anche che la Commissione non sia stata molto
brava a comunicare in merito e che non sia stata molto rapida
nell'applicazione" della normativa.
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