(di Mattia Bernardo Bagnoli)
Nuovo giro di giostra per la
Coalizione dei volenterosi, che questa volta si è data
appuntamento alla Nato per la prima riunione 'allargata' al
livello dei ministri della Difesa. In tutto - stando alla Gran
Bretagna, che presiede insieme alla Francia - hanno preso parte
30 Paesi. "I nostri piani sono ben sviluppati, stiamo
intensificando il nostro lavoro, siamo seri al riguardo e oggi
lanciamo un chiaro messaggio al popolo ucraino e a Vladimir
Putin: siamo con gli ucraini nella lotta e siamo al loro fianco
nella pace", ha detto il ministro della Difesa britannico, John
Healey, aprendo il vertice. Dietro le quinte, però, la
situazione è molto più sfumata. E resta l'incognita degli Usa.
Gli Stati Uniti, infatti, non hanno ancora sciolto la
riserva. Forniranno il loro sostegno ai volenterosi,
condividendo almeno l'intelligence, i satelliti (sono gli unici
ad avere gli occhi nello spazio 24 ore su 24) e altri mezzi
definiti strategici? E se le cose andranno male sul campo per
gli europei, saranno disposti ad assicurare l'ultima garanzia?
Senza avere una risposta a queste domande è difficile capire
cosa ne sarà della Coalizione. L'alto rappresentante Ue Kaja
Kallas lo ha spiegato nero su bianco. "Dobbiamo chiarire quali
sono i nostri obiettivi in Ucraina perché un conto è una
missione di peacekeeping, un altro il monitoraggio o la
deterrenza: i vari Paesi hanno sensibilità diverse su questo
punto", ha dichiarato arrivando alla Nato. Londra e Parigi, dal
canto loro, stanno lavorando a diverse ipotesi operative a
seconda di quale opzione potrebbe prendere il sopravvento per
"essere pronti" nel caso in cui i negoziati fra i russi e gli
americani portassero frutti.
La Coalizione è prettamente a trazione europea, ma alla Nato
c'erano anche, ad esempio, gli emissari di Giappone, Australia e
Nuova Zelanda. L'Italia, questa volta, ha deciso di non essere
rappresentata a livello politico - il ministro Guido Crosetto
non partecipa né alla Coalizione né al Gruppo di contatto, che
si riunisce domani sotto l'egida dei britannici e dei tedeschi -
e ha optato per una delegazione di alti ufficiali. Il processo,
come d'altra parte ha notato Healey incontrando un gruppo di
testate internazionali tra cui l'ANSA, "non è ancora concluso".
I volenterosi ora "accelereranno" il processo di pianificazione
su 4 punti, ovvero "la sicurezza in cielo, mare e terra" nonché
"la rigenerazione" delle forze ucraine. Però ci sono alcune
"incognite ben note" che non possono essere risolte sino a che
non saranno "conclusi" i negoziati di pace fra russi e
americani. E si torna al punto di partenza: Washington.
"Gli Stati Uniti - confida una fonte alleata - non hanno
ancora preso una decisione sul cosiddetto backstop, la speranza
è ancora quella di convincere Trump, perché attualmente gli Usa
sono l'unico attore che può causare un danno immediato e
significativo alla Russia se e quando violerà il cessate il
fuoco". La questione più delicata in discussione, infatti, è
come la Coalizione dovrebbe rispondere se le cose si dovessero
mettere male. "Gli Usa - ha chiosato Healey - si stanno
assumendo la responsabilità di negoziare la pace e in questo
senso avranno una certa responsabilità, e un ruolo, nel
garantirla a lungo termine. Ciò che la Coalizione può fare è
rafforzare la capacità di mettere in atto non solo una pace
negoziata ma anche una pace duratura".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA