"Le ha viste le immagini della
piazza di Roma con oltre 100mila cittadini che hanno manifestato
per dire basta soldi alle armi. Cosa risponde lei a quei
cittadini? Che futuro offrite se la revisione della politica di
coesione che proponete non offre garanzie alle regioni più
fragili, non rafforza il pilastro sociale, non argina la fuga di
giovani dai territori più deboli? Lo dico con chiarezza: no ai
fondi di coesione per la spesa militare". Con queste parole
l'eurodeputata del Movimento 5 Stelle Valentina Palmisano si è
rivolta al vicepresidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto,
in audizione al Parlamento europeo per presentare la revisione
intermedia della Politica di Coesione.
"Difendere l'Europa significa difenderne l'anima: giustizia
sociale, sviluppo sostenibile, pace, questo siamo chiamati a
fare", ha ammonito Palmisano, richiamando "l'articolo 174 del
Trattato Ue" che parla di "coesione economica, sociale e
territoriale. Che c'entra la difesa? Aprire a questa possibilità
significa piegare le regole su cui si basa l'Unione a logiche
che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e lo sviluppo
sostenibile", ha osservato. Per Palmisano il paradosso della
proposta di revisione è "evidente: proponete finanziamenti al
100% per la mobilità militare, mentre per scuola, sanità,
servizi sociali continuiamo a chiedere il cofinanziamento
nazionale. È una sproporzione che grida vendetta", ha
sottolineato, ricordando ancora che in Italia i dati dicono che
"il 30% dei minori vive in regioni con scarso accesso a diritti
fondamentali, le madri del Sud sono escluse dal lavoro per
mancanza di servizi, in Calabria, Sicilia e Basilicata migliaia
di famiglie convivono con l'interruzione del servizio idrico. A
questo serve la politica di coesione, no al riarmo", ha concluso
l'eurodeputata.
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