"La cybersicurezza oggi è il tema
fondamentale in tutte le nazioni tecnologicamente avanzate.
L'Italia sta facendo molto, si è incamminata su una strada di
prevenzione del rischio. Ma c'è ancora molto da fare". Ne è
convinta la vicedirettrice generale dell'Agenzia per la
cybersicurezza nazionale, Nunzia Ciardi, intervenuta, oggi a
Trieste, alla tappa del road show Pmi, promosso dall'Acn per
sensibilizzare le imprese sui rischi informatici e sulle
soluzioni per una protezione efficace.
"Il World economic forum - ha spiegato Ciardi, a margine
dell'incontro nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia -
ci dice che la forbice tra grandi aziende e piccole e medie
imprese si sta allargando. In altri termini, si può permettere
di investire chi ha maggiore consapevolezza. Le Pmi talvolta
restano indietro. Registriamo qualche miglioramento, ma ancora
parziale". Secondo Ciardi, "dobbiamo comprendere e metabolizzare
che il rischio cyber fa parte del Dna di ogni organizzazione,
perché un attacco può mettere in seria difficoltà, se non
addirittura porre fine alla vita di una Pmi. Abbiamo avuto
attacchi negli ultimi mesi a Pmi che hanno portato alla cassa
integrazione: dai 350 ai 500 dipendenti in varie aziende sono
stati messi in cassa integrazione per una settimana o 10 giorni
per consentire il ripristino dei sistemi bloccati, con danni
economici e reputazionali enormi, che poi si riverberano
sull'intero ecosistema del Paese". Con questi eventi "noi
vogliamo stare vicini alle Pmi e indicare loro la strada più
corretta da seguire".
A oggi, ha concluso Ciardi, "il pericolo arriva da ovunque: è
una criminalità molto agguerrita, strutturata, transnazionale,
che ha costi e benefici non eguali", con "un volume d'affari
molto elevato".
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