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La Procura chiede il rigetto dell'istanza di semilibertà per Alberto Stasi

La Procura chiede il rigetto dell'istanza di semilibertà per Alberto Stasi

La decisione dei giudici è attesa entro cinque giorni. Sollevata la questione dell'ultima intervista rilasciata: 'Non era autorizzata'

MILANO, 09 aprile 2025, 20:16

di Francesca Brunati e Igor Greganti

ANSACheck
Alberto Stasi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alberto Stasi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Mentre la procura generale di Milano propone il rigetto della richiesta della semilibertà avanzata da Alberto Stasi, che sta espiando 16 anni di carcere per l'omicidio di Chiara Poggi, per via di una recente intervista televisiva rilasciata durante un permesso premio, parte in salita l'incidente probatorio cominciato a Pavia dove Andrea Sempio, l'amico del fratello della 26enne uccisa 18 anni fa, è indagato in una nuova indagine, aperta su impulso della difesa di colui che finora è l'unica persona condannata definitivamente per l'omicidio e che si preannuncia non semplice da istruire. Questa mattina, di buon ora, davanti al Tribunale di Sorveglianza milanese si è discussa l'istanza di poter accedere alla semilibertà avanzata dall'ex studente bocconiano, ora detenuto a Bollate, uno degli istituti più all'avanguardia in Italia, da cui esce, come è accaduto anche oggi, per il lavoro esterno.

La sostituta pg Valeria Marino, sebbene tutte le relazioni redatte dal personale del carcere siano positive, ha chiesto di non accogliere la richiesta della misura alternativa alla detenzione - anticamera dell'affidamento in prova ai servizi sociali - e, in subordine, di sospendere il procedimento, e dunque non arrivare subito a decisione. E questo perché ha ritenuto necessario compiere accertamenti su quell'intervista mandata in onda il 30 marzo da Le Iene e che per Glauco Gasperini, avvocato che ha discusso in aula come sostituto dei difensori Giada Bocellari e Antonio De Rensis, è stata registrata lo scorso 22 marzo senza infrangere le prescrizioni imposte dalla legge.

Sulla questione la decisione è attesa nei prossimi giorni. E nei prossimi giorni si esprimerà anche la gip pavese Daniela Garlaschelli che stamane avrebbe dovuto conferire l'incarico per gli accertamenti irripetibili al professor Emiliano Giardina, il genetista forense che si occupò del caso di Yara Gambirasio, e che invece è stato 'ricusato' dalla Procura in quanto anni fa, intervistato sempre nel programma targato Mediaset, avrebbe espresso un suo parere sui temi per i quali è stato nominato. Avrebbe dovuto effettuare approfondimenti sui profili genetici estrapolati dai margini ungueali di Chiara Poggi, verificarne la loro utilizzabilità alla luce dei progressi tecnici e scientifici ed effettuare nuove analisi su altro materiale conservato, e mai esaminato, nei laboratori del Ris di Parma e dell'istituto di Medicina Legale di Pavia, e invece si è ritrovato in mezzo a un fuoco incrociato. Perché la linea della pm Valentina De Stefano e dell'aggiunto Stefano Civardi, che hanno per altro sottolineato come il caso possa essere uno di quelli in cui si debba verificare l'imparzialità del perito, è stata sposata anche dall'avvocato Bocellari. Che ha chiesto pure l'esclusione dall'incidente probatorio di Luciano Garofano, l'ex capo del Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri e ora consulente di Sempio, poiché ai tempi aveva già lavorato al delitto analizzando i reperti raccolti nella villetta di Garlasco.

Questioni di incompatibilità attorno alle quali c'è stata battaglia tra le parti. Con la difesa del 37enne - per la terza volta accusato di un crimine "mai commesso" e che va ripetendo di essere "tranquillo e di non avere "nulla da temere" - che non arretra sulla presenza dell'ex generale dell'arma come suo consulente , e il legale dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni che va all'attacco della Procura: "Stride constatare - ha detto l'avvocato replicando alle lamentele di pubblici ministeri - come abbia paura del processo mediatico quando poi fa un comunicato su dati oggettivamente scorretti come il dna sotto le unghie, che non esiste. E soprattutto che si appoggi a una richiesta fatta da un collega in un'intervista delle Iene. Credo che abbia la necessità di chiarire il rapporto con questo processo". A giorni arriverà la decisione della giudice che pare scontata: del caso si occuperà un ennesimo super esperto.

'L'ultima intervista di Stati non era autorizzata'

La sostituta pg di Milano Valeria Marino, della Procura generale diretta da Francesca Nanni, ha sollevato, davanti ai giudici della Sorveglianza, un'unica questione, che ha portato a dare un parere "parzialmente" e non totalmente positivo all'istanza di semilibertà di Alberto Stasi. Si tratta del fatto che per l'ultima sua intervista, andata in onda su Le Iene il 30 marzo, il 41enne non aveva chiesto l'autorizzazione a rilasciarla, durante un giorno di permesso autorizzato, all'amministrazione penitenziaria, come si deve fare. E' stata, dunque, come segnalato dalla pg, un'intervista non autorizzata. 

Alberto Stasi è un condannato definitivo che sta scontando una pena e, dunque, avrebbe dovuto, come osservato dalla Procura generale, richiedere l'autorizzazione alla direzione del carcere per rilasciare quell'intervista nel giorno in cui aveva un permesso di uscita. Autorizzazione che, tra l'altro, aveva già chiesto e ottenuto negli anni scorsi per un'altra lunga intervista a Le Iene. Da quanto si è saputo, la Procura generale ha analizzato passo passo anche i contenuti di quell'ultima intervista, ma non ha rilevato problemi in relazione alla richiesta di semilibertà, perché Stasi ha risposto alle domande in modo controllato, pur ribadendo la sua innocenza, e non ha fatto considerazioni che non doveva fare anche con riferimento alle nuove indagini su Andrea Sempio.

Nessuna problema, dunque, sui contenuti, ma soltanto sulla mancata richiesta di autorizzazione. Da qui quel parere di stamani in aula non completamente positivo. Ad ogni modo, la sensazione in ambienti giudiziari è che quest'aspetto potrebbe essere facilmente superato dai giudici, che sono in riserva e che decideranno tra qualche giorno. Si tratta, infatti, dell'unico 'neo' nel comportamento di Stasi. Tutte le relazioni del carcere sul suo percorso sono positive e, dunque, per lui la strada pare tracciata: prima la semilibertà e poi tra qualche mese anche l'affidamento in prova, di fatto con l'uscita definitiva dal carcere.

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