Sarà destinato alla campagna Covax
per l'acquisto dei vaccini anti Covid per i Paesi poveri il
ricavato dell'adozione delle Pigotte, le bambole di pezza
dell'Unicef. L'attività è stata avviata da alcuni anni dalla
sezione femminile della casa circondariale Lorusso e Cutugno di
Torino. Preceduta da un'attività di informazione sul significato
della Pigotta collegata alla missione dell'Unicef, e da una
formazione operativa per mostrare i passi necessari al suo
confezionamento creativo, l'iniziativa ha riscosso successo. Si
tratta, infatti, di una importante attività di socializzazione
che consente alle detenute di uscire dalle celle e lavorare in
gruppo e contribuire, grazie al proprio impegno, a salvare la
vita di tantissimi bambini lontani.
Le detenute sono seguite dalle educatrici Jessica Filardo e
Damaris Paolone di EssereUmani onlus di Torino e per l'Unicef da
Annamaria Pansera. "La nostra presenza ha portato una ventata di
ottimismo, consentendo alle detenute di impegnarsi, diventando
protagoniste nelle campagne umanitarie dell'Unicef, tese alla
difesa dei diritti dell'infanzia ed all'accoglienza dei bambini
migranti. La realizzazione delle Pigotte rientra nel progetto
'Lavoro, Emancipazione e Inclusione' che si pone gli obiettivi
di consentire alle donne detenute di apprendere o affinare le
competenze nella prospettiva dell'uscita dal carcere favorendone
un reinserimento socio-lavorativo volto alla prevenzione della
recidiva", spiega Antonio Sgroi, presidente provinciale
dell'Unicef di Torino.
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